di Salvina Pizzuoli

In Italia i mulini a vento non hanno mai avuto ampia diffusione, solo la Toscana e la Sicilia possono vantare una presenza più estesa. In particolare la Toscana ne annovera vari ma solo in due zone precise: lungo la costa e in Val di Sieve, territorio che nel Settecento fu terra di sperimentazione agraria, dove ne sorsero vari lungo quella che viene definita la linea del vento, un asse su cui correva in modo più costante, da Monte Giovi a Poggio Firenze. Nel nostro viaggio di scoperta ci muoviamo tra Pontassieve e Rignano, incontrando ben due mulini, quello di Volognano, a pochi passi dal castello omonimo, e quello di Torre a Cona.

In nero l’asse del vento da Monte Giovi a Poggio Firenze con i mulini di Monterifrassine, Volognano e Torre a Cona (cartina ricostruita dall’originale dell’I.G.M. presente nel testo “Mulini a vento in Toscana”*)

Il mulino di Torre a Cona

Siamo a qualche chilometro da San Donato in Collina. Una maestosa torre circolare si intuisce tra i cipressi in cima al poggio della Merlaia antistante la splendida villa settecentesca di Torre a Cona “villa magnifica posta sulle spalle del poggio di S. Donato in Collina, a settentrione. della strada regia Aretina, e da molti secoli posseduta dai marchesi Rinuccini di Firenze, […] l’erudito compilatore del Ricordi Storici, che descrivendo l’antica villa detta Torre a Poni, la dice coronata di merli con 4 fortini negli angoli, sopra due de’ quali erano stati collocati due mulini a vento, oltre un gran torrione separato dalla villa, che aveva 14 in 16 braccia per lato e 40 di altezza, il tutto lavorato di macigno squadrato, talché cotesto torrione formava il castello detto poi della Torre a Poni, già a Cona”. Così descrive il Repetti la splendida villa nel suo Dizionario soffermandosi a raccontare come su due torrioni dell’antico castello fossero stati sistemati due mulini a vento le cui pale, sono ben visibili anche in un antico disegno**, ma sporgono da ben tre torrioni del castello di Cona.

Il mulino di Torre a Cona
La villa settecentesca di Torre a Cona

La Villa di Torre a Cona, fu infatti proprietà dei Rinuccini, oggi dei Rossi di Montelera, e si compone di un grande palazzo, circondato da un vasto parco con giardini all’italiana, che ingloba la torre merlata e gli imponenti resti dell’antico castello. Oggi non si vedono pale di mulino né sui torrioni rimasti né su quel Poggio della Merlaia dove invece troneggia un’alta torre circolare coronata, è proprio il caso di dirlo, da una rifinitura in laterizi e merli. Secondo gli studiosi è ipotizzabile che dopo la distruzione dei tre o quattro esistenti sui torrioni del castello, ne fosse stato costruito uno, distante dalla villa, ma ad essa appartenente, sul poggio antistante, in età successiva al 1766, anno in cui Folco Rinuccini terminò la trasformazione del fortilizio in villa. Oggi si presenta in questa nuova veste dovuta a rimaneggiamenti di fine Ottocento, ma non è difficile immaginare questo gigante, di donchisciottesca memoria, con le lunghe braccia rotanti protese verso l’alto.

E ora eccoci a salire su per il poggio che fa parte della proprietà e, con il permesso dei proprietari, percorriamo un largo sentiero che ci conduce in cima al poggio della Merlaia. La vista è suggestiva e ammaliante: vigne a perdita d’occhio alla nostra sinistra e olivete antiche cariche di olive pronte per la prossima spremitura novembrina. E in cima, tra svettanti cipressi, la torre-mulino. Ma non è tutto. Più in basso tra il verdeggiare cangiante della vegetazione e le piante e i vialetti curatissimi del parco, la struttura magnifica dell’imponente villa dietro la quale occhieggia la mole quadrangolare del torrione principale a antica memoria di un castello datato tra il XIII e il XIV secolo.

Per saperne di più

*Baldini/Casprini Mulini a vento in Toscana. “Macchine artificiose poco diffuse in Italia”

** Il disegno è conservato nell’Archivio Corsini – Fondo Rinuccini riprodotto a pag. 60 del testo sopra citato