Giuseppe Zocchi: Firenze settecentesca

Villa del Poggio Imperiale

La giornata di Giuseppe trascorreva trasportando rena per far calcina, insieme al babbo manovale nei cantieri delle ville signorili e della città e dei dintorni di Firenze, ma anche disegnando con il carboncino su quei bei muri intonacati di fresco che tanto scatenavano il suo desiderio di vedere realizzate le sue immagini fantasiose, anche a costo di sgridate e sguardi incuriositi. Fu così che il marchese Andrea Gerini ne scoprì l’acerbo talento e lo avviò agli studi perché potesse emergere in tutte le sue potenzialità. Fu quindi affidato agli insegnamenti di Ranieri del Pace un artista originale che aveva potuto sperimentare le botteghe romane e diffonderne le novità nelle terre del Granducato: era il lontano 1730.

Non è una leggenda e nemmeno una favola a lieto fine, è la storia di un talento messo fortunatamente a frutto nella Firenze del XVIII secolo.

Parliamo ovviamente del giovane Giuseppe Zocchi (1711-1767), fiorentino, e della sua prorompente passione per il disegno, divenuto poi incisore e pittore di fama e di cui si conservano in vari Musei del mondo le opere: dipinse a Firenze nel palazzo Rinuccini, decorò la galleria Gerini, ma anche la villa Serristori e il soffitto del teatro della Pergola. Numerosissimi i paesaggi e le vedute sia di Firenze che della Toscana, ma disegnò anche per lavori in pietre dure e per le illustrazioni di classici latini e molte delle sue opere furono poi incise, da altri e da lui stesso.

Nell’estate del 1744 dalla bottega di Giuseppe Allegrini “stampatore in rame” usciva la scelta di XXIV vedute delle principali contrade, piazze, chiese e palazzi della Città di Firenze tratte dai disegni dello Zocchi.

Ci piace allora riproporre alcune sue “vedute”, particolari e minuziose della Firenze di allora, in una Galleria di immagini che possano, per quanto minime, presentare e far conoscere le sue opere che, oltre all’apporto artistico, rappresentano un ampio documento a livello storico e antropologico.

Visita la galleria delle stampe di Giuseppe Zocchi

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Giuseppe Zocchi: “vedute” nei dintorni di Firenze

Immagini di Toscana nelle “vedute” di Giuseppe Zocchi

Trasporti pubblici a Firenze alla fine dell’Ottocento

Omnibus della linea piazza Signoria-Ponte Rosso alla fermata di piazza Cavour

Il  1865 è l’anno del trasferimento della capitale da Torino a Firenze; nel maggio di quell’anno il Municipio fiorentino stipula un accordo con i fratelli Monari di Bologna per la concessione del servizio di omnibus urbano. Così dal primo giugno, dalle otto del mattino alle dieci di sera inizia il via vai delle carrozze da Piazza Signoria alle varie porte (San Gallo, Croce, Prato, Romana, San Niccolò), prezzo della corsa 10 centesimi. …continua a leggere   Trasporti pubblici a Firenze alla fine dell’Ottocentoa

Via Vittorio Emanuele – Montughi (parte seconda)

Da Guido Carocci I dintorni di Firenze, Tipografia Galletti e Cocci 1881

Via dei Cappuccini

Continuando a percorrere via Vittorio Emanuele e precisamente dal luogo dov’era un tabernacolo dipinto dal Vanni, si stacca la Via de’ Cappuccini, dove sorge l’omonimo convento, che attraversa il colle di Montughi e sbocca poi presso il casale della Loggia. (Oggi la strada dopo l’incrocio con via Massaia prende il nome di via Santa Marta.

“Chiesa e Convento dei Cappuccini. Occupa il luogo dove fu già un ospizio dei PP. Amadei. Il convento si chiamò di S. Maria degli Angioli o i Fraticini. Nel 1529 fu demolito per l’assedio e i frati andarono a S. Giovannino. L’attuale monastero e chiesa furono riedificati da Bernardino Okino senese che dopo essere stato rettore e poi generale dei Cappuccini per otto anni, si lasciò convertire dalle dottrine di Valdes e divenne luterano. La chiesa irregolarissima nella forma e semplice d’architettura, era adorna di varj pregevoli quadri […]

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Scorci dal Parco Stibbert a Firenze

La fontana dei delfini

Vai alle galleria delle foto del Parco Stibbert

Nelle cartoline di Corinto Corinti: Firenze medievale (seconda parte)

si consiglia di ingrandire le immagini cliccandoci sopra

ovvero Firenze che non c’è più: la chiesa di Sant’Andrea

Fabio Borbottoni, la chiesa di Sant’Andrea a sinistra nel dipinto

Tra le architetture della vecchia Firenze medievale vittime della rivoluzione urbana dell’architetto Poggi va ricordata la bella chiesa eretta tra via Calimala e via Pellicceria: Sant’Andrea, nell’omonima piazza, costruita nel IX secolo in un primo momento come badia e quindi con annesso monastero.

Ritratta da Borbottoni, rivive in modo completo nella cartolina di Corinti che ne tramanda la semplice e lineare struttura e la sua agile torre campanaria e la piazza che la accoglieva. …Continua Corinto Corinti Firenze in epoca medievale

All’interno dell’articolo la Pianta disegnata da Corinto Corinti: Le 36 chiese di Firenze nell’anno 1000

Nelle cartoline di Corinto Corinti: Firenze medievale (prima parte)

ovvero Firenze che non c’è più

(si consiglia di ingrandire le immagini cliccandoci sopra)

Corinto Corinti Il palazzo dei Della Luna

Tra le 100 cartoline che Corinto Corinti ultraottantenne disegnò in omaggio alla città che la ventata di “nuovo” aveva stravolto e dimenticato, ne abbiamo scelte cinque che illustrano palazzi, vicoli e chiese della zona del Mercato vecchio cuore antico di Firenze, abbattuti intorno alla fine dell’Ottocento per il rinnovamento del centro cittadino secondo il progetto dell’architetto Poggi. …Continua Corinto Corinti Firenze medievale

 

Firenze nelle opere pittoriche degli autori di tutti i tempi

A cura della Redazione

Non sarà una semplice carrellata di immagini, ma a partire da oggi settimanalmente saranno presentate alcune opere pittoriche che raffigurano Firenze, dalle più antiche alle più recenti, e di ciascuna saranno fornite non solo notizie inerenti ma anche indicazioni relative all’autore e dove, volendo, si possono visionare.

Firenze nelle opere pittoriche del XIV e XV secolo

La Madonna della Misericordia 

Madonna della Misericordia affresco (Foto originale)
Madonna della Misericordia 1342 della Bottega di Bernardo Daddi. L’affresco trecentesco oggi è visibile all’interno delle sale del museo del Bigallo, in pizza San Giovanni 1, lo splendido edificio di cui fa parte la Loggia omonima. (Foto originale)

Come un percorso nel tempo sarà doveroso soffermarsi alle prime istantanee che immortalano la città prendendo le mosse da quella  ritenuta in modo unanime la più antica raffigurazione della città: Firenze rappresentata nel 1342 da un autore sconosciuto, ma inserito tra quelli della Bottega di Bernardo Daddi. La potrete ammirare dal vivo al museo del Bigallo: La Madonna della Misericordia recentemente restaurata).

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Firenze scomparsa: Via de’ Martelli

tratto da Guido Carocci, Firenze scomparsa, ricordi storico artistici, Firenze 1897

Via Martelli in una cartolina dei primi del Novecento

“L’allargamento della via de’ Martelli era necessario per stabilire una comunicazione più comoda fra la Piazza del Duomo e la Via Cavour, già via Larga, giacchè quella strada rimasta nelle sue proporzioni originarie era angustissima ed incomoda. In origine era un borgo posto fuori del cerchio delle mura e siccome s’erano in questo luogo stabiliti colle loro officine i fabbricanti di spade e di altre armi da taglio, il borgo si chiamò degli Spadai ed il nome stesso ebbe una porta secondaria, o postierla, che in tempo di pace stava aperta per mettere in diretta comunicazione il subborgo colla città.”

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Firenze a settembre, corsi e ricorsi storici*

Pianta di firenze – Map of Florence 1864

A Firenze settembre fa la parte del leone perché è in questo mese che a distanza di anni si verificarono alcuni avvenimenti di rilievo:

– Era il 15 settembre del 1861 quando re Vittorio Emanuele II inaugurò la “Esposizione italiana dell’Industria, delle arti e dei prodotti nazionali”.

Colpisce il termine “italiana” in un tempo in cui l’unità non era ancora stata del tutto raggiunta, ma era sicuramente la prima dello stato nato il 17 marzo del 1861, quando il primo parlamento proclamò il Regno d’Italia. La Stazione di Porta al Prato, la Leopolda, l’ accolse opportunamente riadattata allo scopo e, come ebbe a sottolineare lo stesso sovrano, molto efficacemente.

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Corinto Corinti: via Calimala, la via dei pannilani

Corinto Corinti, via Calimala

Nel Trecento la strada o ruga era il cuore pulsante della vita cittadina: era lì che le lavorazioni artigiane si svolgevano e le botteghe con le “madielle”, gli scaffali a muro chiusi da sportelli, vi si affacciavano. Se la vita ferveva di giorno, la notte era dominata dall’oscurità completa:  …Continua Corinto Corinti via Calimana