Fino alla metà del XII secolo il percorso principale della via Francigena in Toscana seguiva essenzialmente l’itinerario tracciato da Sigerico: attraversava l’Arno nei pressi di San Miniato, scendeva poi verso San Gimignano lungo la valle dell’Elsa fino a Siena transitando a diverse decine di chilometri da Firenze. … Continua a leggere Da via Francigena a Strada Regia Romana
La via Francigena, la grande arteria medievale, solleva e suscita ancora oggi un grande fascino nei pellegrini del nostro tempo. Abbiamo quindi deciso di percorrerne alcuni tratti e scoprire le antiche stazioni di sosta e gli spedali e i ricoveri e le pievi che ancora oggi ne segnano il percorso. In questo specifico tratto ci muoviamo da Lucca a Luni. … continua a leggereFrancigena da Lucca a Luni
Nel corso del Trecento, come nei secoli immediatamente precedenti, il sistema viario che in tempi recenti ha assunto il nome di Francigena, rappresentava, con i suoi percorsi ramificati, un collegamento frequentatissimo fra l’area franco germanica e Roma meta di pellegrinaggi per chierici, abati, nobili, mercanti cristiani di ogni condizione sociale. Un viaggio a Roma nell’arco della vita rappresentava un obiettivo importantissimo per ogni credente, come ancora oggi lo rappresenta La Mecca per ogni fedele musulmano.
Anche nel Decameron varie novelle sono ambientate in località situate lungo il tracciato, evidenziando così, indirettamente, la frequentazione da parte dei pellegrini e l’importanza come grande via di comunicazione. … continua a leggereIl Decameron e la Francigena
Nel corso del Trecento, come nei secoli immediatamente precedenti, il sistema viario che in tempi recenti ha assunto il nome di Francigena, rappresentava, con i suoi percorsi ramificati, un collegamento frequentatissimo fra l’area franco germanica e Roma meta di pellegrinaggi per chierici, abati, nobili, mercanti cristiani di ogni condizione sociale. Un viaggio a Roma nell’arco della vita rappresentava un obiettivo importantissimo per ogni credente, come ancora oggi lo rappresenta La Mecca per ogni fedele musulmano.
Anche nel Decameron varie novelle sono ambientate in località situate lungo il tracciato, evidenziando così, indirettamente, la frequentazione da parte dei pellegrini e l’importanza come grande via di comunicazione. … continua a leggereIl Decameron e la Francigena
Ci stiamo dirigendo verso Radicofani il cui imponente torrione domina l’abitato e come un faro guida il viaggiatore lungo un paesaggio assai particolare, come è quello delle crete senesi. Proveniamo da Chiusi e superato Sarteano si è aperto alla nostra vista un ampio spettacolo: se come un faro il torrione svetta sul colle, più indietro anche il cono dell’Amiata, antico vulcano spento, fa da sfondo e da guida nell’ampio panorama; più in basso Abbadia San Salvatore rosseggia con i suoi tetti, ma tutto quanto è davanti a noi è punteggiato da borghi grandi e piccoli, adagiati su cucuzzoli tondeggianti. Più in basso stradette bianche serpeggiano nelle conche delle valli create da fiumi il cui nome non è certo sconosciuto, Orcia, Paglia, Ombrone, soprattutto ai pellegrini che percorrono questo territorio e qualcuna di quelle vie biancheggianti, di cui certo una appartiene alla via medievale più antica e oggi la più percorsa: la via Francigena. … continua a leggereA Radicofani
La via Francigena, la grande arteria medievale, solleva e suscita ancora oggi un grande fascino nei pellegrini del nostro tempo. Abbiamo quindi deciso di percorrerne alcuni tratti e scoprire le antiche stazioni di sosta e gli spedali e i ricoveri e le pievi che ancora oggi ne segnano il percorso. In questo specifico tratto ci muoviamo da Lucca a Luni. … Continua
Domina l’abitato e tutto il paesaggio circostante regalando al visitatore dall’alto del suo torrione una visuale che abbraccia e mare e monte e offre una suggestiva vista dei tetti grigi del borgo sottostante. La sua storia si lega negli anni alla fine del XIII secolo a quella di Ghino di Tacco che lo occupò: è ricordato da Dante quale uccisore del giudice aretino Benincasa da Laterina e Boccaccio lo racconta come uomo fiero e assai famoso per le sue ruberie “ribellò Radicofani alla Chiesa di Roma, e in quel dimorando, chiunque per le circustanti parti passava rubar faceva a’ suoi masnadieri”, ma prodigo con gli indigenti e fu riabilitato dall’abate di Cluny, suo prigioniero, ma poi guarito e liberato, gli fece riacquistare i suoi averi. Se il Boccaccio fa concludere bene la vicenda, un’altra leggenda, delle tante che circondarono il personaggio, lo vede invece morire assassinato.
Se la vita dell’eroe fu travagliata non da meno la storia del maniero.
Siamo nel cuore della Val d’Orcia il cui paesaggio culturale è stato riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità. In effetti trascorrere all’interno di questo scenario morbido e ondulato, punteggiato com’è da antichi borghi medievali, attraversato da acque cantate che contribuiscono a farne ricche le terre coltivate e non per ultimo, le impronte lasciate lungo la sua storia millenaria, ne fanno davvero un gioiello da non perdere. Un posto particolare appartiene a San Quirico che come in uno scrigno conserva, all’interno della sua antica cerchia con ben quattordici torri ben conservate, le vestigia di un’epoca che non smette di incantare uomini d’ogni tempo.
Entriamo dall’elegante Porta dei Cappuccini a forma di torrione poligonale. Pochi passi lungo stradette lastricate tra file di abitazioni d’impronta medievale ci conducono alla chiesa di San Francesco o di Santa Maria di Vitaleta … continua a leggereSan Quirico d’Orcia
Siamo a Monteriggioni per una visita al castello e ai camminamenti sulle mura, itinerario previsto insieme alla visita al Museo Archeologico con sede a Badia a Isola. (per i dettagli)
Siamo di fronte all’ingresso al castello, all’imponente Porta Romea. Due lastre marmoree si fanno subito notare a destra e a sinistra. La più piccola a sinistra, di difficile lettura per la distanza, porta incisa la data di inizio della costruzione nel 1213 “con spese e lavori sostenuti in proprio dal Popolo di Siena, con l’impegno e l’opera diligente dei nobili Ranuccio di Crescenzio e Orlando di Filippo e Forese di Martino”; l’altra a destra i risultati del plebiscito del 15 marzo 1860 quando anche Monteriggioni entrò a far parte del nascente Stato Italiano. Di parere contrario per quanto riguarda la data di costruzione del castello è lo storico ottocentesco Emanuele Repetti che scrive nel suo Dizionario:
Tappa 10 Borgo a Mozzano – Lucca: Km 28 – Difficoltà: E – Tempo medio di percorrenza: 9 h
Chiesa romanica di San Donato
La partenza da Borgo a Mozzano ha un sapore particolare; siamo all’ultimo giorno di cammino e due sentimenti contrastanti si accavallano: il rammarico di essere al termine di un viaggio che ci ha permesso di riscoprire, e talvolta scoprire, tante cose belle e meritevoli di due zone, Lunigiana e Garfagnana, che seppur vissute quotidianamente sono state in grado di sorprenderci continuamente e dall’altro una certa frenesia di arrivare con la quale ci siamo svegliati e che ci spinge ad affrettarci così da poter dire “abbiamo concluso il cammino”.
Alla fine, tra i due forse è proprio quest’ultimo sentimento a prevalere, consapevoli che le cose belle scoperte rimarranno ed anzi, impegnandoci a farle conoscere e a valorizzarle, riusciremmo forse, a renderle migliori. Lasciamo di buon mattino il convento di San Francesco di Borgo a Mozzano che ci ha ospitato per la notte. Direzione Museo Civico, detto “Antiquarium”; qui potremmo osservare alcuni resti della civiltà ligure ed etrusca rinvenuti in molte grotte o cavità scoperte e investigate nelle vicinanze. Il museo si cura anche, assieme ad altre associazioni, del mantenimento delle fortificazioni della Linea Gotica, resti di una periodo, quello degli ultimi anni della seconda guerra mondiale che ha condizionato pesantemente la vita di questi territori. …continua a leggere Garfagnana a piedi, tappa 10: Borgo a Mozzano – Lucca