
L’antico porto di Lucca
Nel 1957, durante lavori di sterramento effettuati in una proprietà privata sulla riva destra del fosso di Motrone, a poche centinaia di metri dalla foce furono rinvenuti i resti di un possente blocco murario di oltre un metro di spessore costituito da mattoni murati della lunghezza di alcuni metri con la presenza nella parte esterna, quella rivolta verso il mare, di blocchi di tufo di forma regolare. Ubicazione e struttura fecero subito ritenere che si trattasse di parte del medievale scalo fluviale di Motrone con l’annesso castello,
Mario Lopes* scrive:
“La sua distanza dalla spiaggia è di m. 620 e dall’odierna battìgia è di circa m. 750; la distanza dalla via Aurelia è di m. 290. Quest’ultima misurazione tenuto conto che la protrazione media annua del litorale è stata calcolata per il periodo medievale intorno ai 2 metri ci induce a ritenere che la costruzione messa allo scoperto risalga all’epoca di Castruccio Castracani, il quale tenne il governo di Lucca dal 1317 al 1328. Infatti, considerato che il Forte di Motrone fu edificato nel 1166 a breve distanza dalla spiaggia allora poco a valle dell’attuale via Aurelìa) e che lo spazio di 290 metri corrisponde ad una protrazione verificatasi nel periodo di circa 150 anni, possiamo agevolmente trarre da questa premessa crono-topologìca la conclusione – obiettivamente valida – che nell’epoca suddetta il lido marino doveva trovarsi in prossimità della costruzione, la quale pertanto non poteva avere altra destinazione, o funzione, diversa da quella, già ìpotizzata, di banchina portuale. … Non sarà forse superfluo avvertire che il ritmo di avanzamento della spiaggia è stato fortemente ridotto dal XVII secolo.”
Motrone di Versilia, scalo marittimo protetto dalla imponente fortezza eretta a sua difesa divenne famoso verso la fine dell’ XI secolo, quando il Comune di Lucca volle liberarsi dalla dipendenza da Pisa per i suoi scambi commerciali via mare il cui Porto era il più importante scalo della costa toscana.

Attraverso una serie di canali che lo collegavano al Serchio, lo scalo di Motrone garantiva alla città di Lucca l’accesso autonomo al mare e unico approdo commerciale nel tratto costiero compreso fra le foci navigabili del Serchio e del Magra.
Le merci scaricate nel porto venivano ricaricate su imbarcazioni a chiglia piatta (dette piacte) che, dopo aver risalito il corso del fiume per un breve tratto “imboccavano la
‘fossa vecchia’, la quale attraverso il lago Giardo e la ‘fossa dell’ Abate’ conduceva alla fovea que dicitur Colubraria (così appunto denominata perché ricca di enormi serpi acquatiche ), che a sua volta adduceva al lago di Massaciuccoli. Tali « piacte » dopo aver attraversato il lago – allora alquanto più esteso da nord a sud – penetravano nella ‘fossa Magna’(di cui si ha notizia fino dalla metà del XII secolo) e pervenivano alfine allo scalo predisposto nel porto-canale del Serchio.” (Lopez); da qui le merci raggiungevano Lucca.
Una strada lastricata fatta costruire da Castruccio Castracani metteva in comunicazione il porto con il vicino tracciato della via Francigena.

La crescente importanza del porto di Motrone, testimoniata anche dal fatto di trovarlo menzionato nei Portolani e segnato in varie carte nautiche del XIV secolo, determinò continue lotte per il suo controllo fra i Comuni di Lucca, di Pisa, di Genova e perfino di Firenze.

Nei secoli successivi il porto pian piano perse d’importanza e fu abbandonato. Un presidio militare rimase nella rocca del castello di Motrone fino al 1813, quando venne minata e distrutta dagli inglesi. Ora ne rimangono pochissimi resti.
Bibliografia: Mario Lopes Pegna, Il primo porto marittimo lucchese, Lucca 1963
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