di Alessandro Ferrini

La piana di Sesto Fiorentino

Ancora oggi osservando una foto aerea dell’area che comprende la periferia ovest di Firenze, il territorio di Sesto Fiorentino fino a Prato, si possono riscontrare, ovviamente tenendo conto degli inevitabili cambiamenti intervenuti nel corso dei secoli, i segni ben visibili dell’antica centuriazione di epoca romana realizzata dopo la nascita della colonia di Florencia Tuscorum nel I° secolo avanti Cristo.

Oratorio Madonna del Piano eretto nel Seicento al posto di un tabernacolo trecentesco che sorgeva all’incrocio di due importanti vie che attraversavano la Piana

Molte strade da quelle più importanti ai viottoli campestri mantengono un andamento lineare a loro volta intersecate da altre perpendicolari, una sorta di grande maglia che racchiude appezzamenti di terreno di forma quadrangolare. Sono le vestigia di quanto resta della suddivisione in centurie, cioè in quadrati di circa 710 metri di lato a loro volta suddivisi in altre porzioni più piccole.

Centuriazione del territorio fra Firenze e Prato (studio Ferdinando Castagnoli 1948 in Archeologia invisibile Regione Toscana)

L’orientamento della griglia nella direzione est – ovest seguiva il tracciato della Cassia Vetus, l’importante strada consolare che usciva da Firenze attraversando il Terzolle e proseguiva verso Sesto, Prato. Pistoia, Lucca, Luni, spostato di 33° verso nord rispetto al decumano cittadino di cui era il proseguimento: questo spiega l’orientamento dei cardi e dei decumani della centuriazione della Piana fino ad Agliana, la Statio Hellana riportata nella Tabula Peutingeriana. Altri ipotizzano che tale disposizione fosse dovuta alla necessità di seguire il naturale orientamento del fondo vallivo, assicurando così un facile e completo deflusso delle acque per mezzo di apposite canalizzazioni che ne permettessero il deflusso fino all’Arno fondamentali a bonificare il territorio in parte paludoso.

Sulla tavola peutingeriana in evidenza Hellana (Agliana) e Florentia Tuscorum
Centuriazione fra Firenze e Sesto foto aerea 1954 – GEOscopio Regione Toscana, elaborazione Pocobelli

La centuriazione consisteva nella divisione regolare di un territorio in grandi appezzamenti quadrati della superficie di 200 iugeri (circa 50 ettari). Questa veniva chiamata centuria; ogni appezzamento così ottenuto veniva ulteriormente suddiviso in quattro quadrati più piccoli detti modi, ognuno della dimensione di 50 iugeri (circa 12 ettari). Sempre con lo stesso sistema i lotti così ottenuti venivano ancora divisi fino ad ottenere la sors*, una piccola parte di circa mezzo ettaro ossia un centesimo di centuria.

La colonizzazione del territorio centuriato avveniva attraverso l’assegnazione di un certo numero di sortes a ciascun colono, generalmente legionari ricompensati per il lungo servizio militare prestato o a proletari nullatenenti Il numero di lotti assegnato dipendeva dal grado o dall’importanza dell’assegnatario, tenendo anche conto della fertilità del terreno. Ad esempio a un fante potevano essere assegnate 25 sortes, a un centurione 50, a un cavaliere 70 e così via.

La groma

L’operazione di suddivisione in un reticolo ortogonale veniva svolta dagli agrimensori che si servano di uno strumento chiamato groma per squadrare il territorio. La groma era alta circa due metri (sette piedi romani) e costruita in legno, ferro e bronzo, pesava circa 15 Kg e poteva essere scomposta per facilitarne il trasporto. Lo strumento si componeva di una croce, un braccio di sostegno e un’asta di supporto. La croce, di ferro, era formata da quattro bracci uguali perpendicolari fra loro, a ciascun braccio  era appeso un filo a piombo, il perpendiculum,  l’asta di supporto aveva una base a punta che permetteva di conficcarla nel terreno. La “limitazione” del territorio era dunque ottenuta mediante l’incrocio di assi ortogonali (i limites, appunto): il reticolo così ottenuto traguardando da un filo a piombo all’altro permetteva di tracciare le linee di demarcazione del territorio perpendicolari fra loro che poi costituivano i cardi e i decumani, sulle cui direttrici venivano costruite strade o viottoli. Spesso sui quadrivi più importanti venivano costruiti tabernacoli dedicati a varie divinità, usanza che si è poi trasferita dal mondo pagano a quello cristiano.

*Questi appezzamenti venivano chiamati sors (sors, sortis) perché in caso di contestazione fra due pretendenti venivano tirati a sorte. Da questo termine deriva probabilmente l’etimologia della parola consorte (cum sorte), accomunati nella stessa sorte.

Bibliografia:

M. Bacci A. Monti, La grande scacchiera. I resti fossili della centuriazione romana nella pianura fra Firenze e Prato, Gruppo Archeologico Scandiccese, Firenze 2003

Regione Toscana, Archeologia invisibile a Firenze a cura di M. Salvini e S. Faralli, Firenze 2020

G. Mezzetti, La storia e l’ambiente, Firenze 2004

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