di Salvina Pizzuoli

Panorama di Montepescali

Risiede sopra uno dei poggi che circondano dal lato maestro la vasta pianura grossetana ad un’elevatezza di circa 380 braccia […] Alle falde occidentali di questo monte scorre da maestro a libeccio il torrente Fossa poco innanzi di confluire nella Bruna. […] Anche Monte Pescali fu tra i castelli feudali dei conti Aldobrandeschi toccati in sorte al ramo di S. Fiora[…]

Così il Repetti nel suo Dizionario traccia alcune delle coordinate che permettevano al lettore del suo tempo, e anche a quello di oggi, di posizionare geograficamente e inquadrare storicamente l’antico borgo sviluppatosi attorno al suo castello. Le sue origini, come quelle di molti castelli presenti nel territorio, sembrano da attribuire al controllo della viabilità e del territorio medesimo, come testimoniano altri sorti tra il X e l’XI secolo nelle zone circostanti: due importanti assi viarii che non passavano per la costa e si intersecavano ai piedi del colle, così come spiega nel suo saggio Carlo Citter (La viabilità in provincia di Grosseto fra l’età romana e il medioevo):

Un’altra importante strada, che nel suo tratto rosellano si chiamava via d’Archi, dal castello di Dotale (Poggio Castellaccio) alla confluenza fra Trasubbie e Ombrone, passando per Stertignano e Batignano, viaggiava nella pianura di Montepescali parallela, ma più a nord, della via del vadum de Yschia per ricongiungersi alla (ndr Aurelia) Scauri sopra Giuncarico. […] La via del vadum de Yschia ha una biforcazione a sud di Braccagni: il ramo orientale costeggia il colle di Montepescali fino a Giugnano, chiamandosi via de muriccenghi.

E aggiunge relativamente al tracciato dell’antica via d’Archi che consentiva un rapido collegamento fra il guado dell’Ombrone al castello di Dotale con la valletta a nord di Giuncarico, passaggio obbligato per accedere al Populoniese. Pur essendo attestata nel Medioevo è verosimile che fosse parte di un antico tracciato che metteva in collegamento Sovana e Saturnia con Vetulonia e Populonia passando lungo il Trasubbie e quindi presso il castello del Cotone.

Le antiche vie romane, oltre al fascino che inducono, possono spiegare i motivi della nascita di castelli e successivamente degli eventuali borghi, con estrema chiarezza. La presenza di una importante e articolata via di collegamento rendeva Montepescali, lassù in alto sul suo colle, un’impareggiabile sentinella!

Montepescali, le mura

Una storia quella del borgo che trova la prima documentazione nel 1080 per poi ricomparire nei primi anni del 1300 in vari atti che lo vedevano sotto il controllo del comune di Siena dopo le varie lotte tra i due rami della casata aldobrandesca, di Sovana e di Santa Fiora. Ed è proprio tra la seconda metà dell’XI secolo e la prima metà del XII che il castello evidenzia un ampio sviluppo espandendosi come dimostrano le quattro o cinque cerchie di mura che lo recingeranno, con la cinta più tarda datata XVI secolo. Se la cinta medievale era caratterizzata da torri quadrate, se ne annoverano ben 12, quella ultima fu adattata alla difesa legata alla scoperta della polvere da sparo. Che il borgo avesse raggiunto una certa floridezza si nota dalle opere che abbelliscono le chiese più antiche: San Niccolò, nella parte alta del paese, con il suo ciclo di affreschi tardo trecenteschi come nella chiesa di Santo Stefano e Lorenzo più in basso, la cui torre campanaria secondo gli esperti potrebbe essere stata in origine di difesa lungo le mura.

Montepescali, San Niccolò affreschi trecenteschi particolare
Montepescali, chiesa di Santo Stefano e Lorenzo affresco dell’Annunciazione
Montepescali, San Niccolò, pala d’altare di da Matteo di Giovanni (1430-95), Madonna in trono con Bambino e Santi
Montepescali San Niccolò, il crocifisso ligneo

Una floridezza che caratterizzerà un po’ tutta l’area gravitante attorno a Grosseto e al Prile, legata ad uno sfruttamento degli stagni che si erano formati: questa la lettura che viene proposta dal Citter in un documento che studiava l’assetto urbanistico di Montepescali.

Montepescali, il Palazzo dei Priori
Montepescali, la Torre dell’orologio

In alto, nella Piazza del Cassero, interessanti monumenti, legati al periodo medievale, le conferiscono un’impronta datata ed evidente: la Torre dell’orologio, il Cassero e il palazzo dei Priori. La Torre fu dotata di orologio nel XV secolo: una storia che merita una digressione proprio perché quell’antico orologio a ruote, fu perso durante le lotte contro Firenze, poi sostituito nel 1874. Ma un intraprendente studioso di storia locale, Giotto Minucci, si ingegnò a ritrovarlo rintracciandolo a Ginevra nel Museo d’Arte e Storia dove è a fare bella mostra di sé e del suo antico meccanismo. Sulla piazzetta affaccia il palazzetto dei Priori che si fa notare per la  bella bifora che si apre a sinistra della scala con loggiato.

Successivamente alle guerre tra Francia e Spagna per il dominio in Italia e le conseguenti tra Siena e Firenze, conclusesi con il predominio di quest’ultima, Montepescali seguì la sorte di Siena e fu annesso ai possedimenti granducali di Cosimo I dei Medici: in questo periodo di decadenza Montepescali passò di mano in mano a vari feudatari ai quali era stato concesso in feudo durante il periodo mediceo lorenese; grandi nomi di famiglie si succederanno come dimostrano su via Corsi Salviati i Palazzi appartenuti ai Pannocchieschi, ai Guadagni, ai Guicciardini Corsi Salviati con il bel palazzo dai mattoncini rossi (XIII-XIV secolo), ai Tolomei, nel palazzo di fronte, come dimostra lo stemma accanto alla porta.

Montepescali, Palazzo Giucciardini

E non solo la storia di ieri, a Motepescali c’è un piccolo museo sulle arti e i mestieri che annovera tra i suoi reperti alcuni di epoca  etrusca a testimonianza di un’antica presenza sul territorio ma anche di età moderna e contemporanea: una ghigliottina, orologeria e strumenti musicali.

Montepescali, nel Museo strumenti musicali
Montepescali, nel Museo strumenti della vita contadina

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