
La pieve romanica di Sorano, sorta sulla sponda sinistra del fiume Magra, è un imponente monumento romanico che il viaggiatore incontra percorrendo la strada che da Pontremoli conduce a Villafranca Lunigiana o viceversa lungo la statale della Cisa.

Alla base della collina di Castelvecchio l’antico villaggio di Sorano, con il suo originario toponimo, e la sua pieve sorgevano lungo la strada romana che congiungeva Luni con Parma. Oggi viene indicata anche come pieve di Santo Stefano di Sorano a Filattiera. Documentata sin dal secolo XI nella Diocesi di Luni, dopo un importante restauro, possiamo ammirarla in tutta la sua composizione architettonica davvero particolare.
La facciata, lineare, le conferisce un’aria austera, smorzata da un elegante rosone a quattro lobi inserito in posizione mediana nel corpo centrale, più elevato, e sul quale si apre il portone d’ingresso. Ma è nella parte absidale che la costruzione raggiunge il massimo livello decorativo: i ciottoli di fiume del vicino Magra realizzano disegni e decorazioni composte e assemblate con diverse profondità conferendo alla struttura agilità e colore. Svetta la quadrata torre di avvistamento separata dal complesso e la piccola torretta campanaria.





L’interno a tre navate è semplice e nello stesso tempo particolare con i suoi archi e le sue colonne massicce pur nella snellezza complessiva.


I capitelli sono appena accennati e mancano le tipiche decorazioni romaniche anche se un particolare colpisce subito l’occhio del visitatore attento: tra le due arcate della navata centrale sul lato sinistro si vede bene, anche nell’oscurità dell’interno, una figura incisa, un personaggio maschile, un Priapo?

Un’altra presenza pagana nella controfacciata interna: due statue stele rinvenute nella pieve.
Le statue stele della Lunigiana meritano una digressione.

Datate di tre periodi diversi occupano con la loro presenza di pietra un arco di tempo lunghissimo: i ritrovamenti le collocano a partire tra il IV° e il III° millennio a.C. fino al secolo VI e V a.C. e pertanto sono distinte in tre gruppi A, B, C dal periodo più antico alle più recenti. Sono state rinvenute in varie aree della Lunigiana in prossimità di corsi d’acqua o valli e vie di collegamento lungo passaggi obbligati di percorso, infisse nel terreno e allineate le une accanto alle altre. Sono costituite di blocchi di arenaria squadrati e con decorazioni appena abbozzate nei più antichi, più realistici e anatomicamente più completi quelli di età più recente. Rappresentano figure maschili o femminili con pochi simboli caratterizzanti. Il gruppo A si contraddistingue per la testa a contorno semicircolare non separata dal corpo. Furono riutilizzate come materiali edili o sotterrate o spezzate nel periodo di passaggio dal culto pagano a quello cristiano. Il guerriero di Sorano si è salvato dalla distruzione perché riutilizzato come architrave di una porta della chiesa e scoperto durante la rimozione e il successivo restauro. Suggestive e cariche di mistero possiamo ammirarle nel Museo di Pontremoli che ne raccoglie il maggior numero.
Chi volesse scoprire altri angoli di Lunigiana consigliamo il sito: Zonzolando
e il sito www.viadelvoltosanto.it sull’antica via di collegamento da Pontremoli a Lucca.
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