di Veronica Fucci

Alexandee Van Haecken “Gioacchino Conti detto Gizziello

Nel giugno del 1742 il soprano Gioacchino Conti detto Gizziello di Arpino, noto non solo per la meraviglia del suo strumento vocale, ma anche per la sua gentilezza e dolcezza (cosa non comune presso i musici cantori) arriva a Firenze.

L’attesa per il grande cantante raggiunge livelli elevati e si aspetta con impazienza di sentirlo cantare in un’opera.

John Astley “Ritratto di Sir Horace Mann (ca.1751)

Horace Mann, console britannico a Firenze, fonte preziosa (sebbene talvolta un po’ vaga) per avere un resoconto circa la vita culturale fiorentina (e non solo) dell’epoca, cita spesso Gizziello nelle sue lettere. Il 20 Giugno così scrive da Firenze:

“June 20th Everybody is out of town and will be so till San Giovanni, when we are to year a famous Opera. Egizziello is our Soprano, the rest I don’t know”i

Gioacchino è stato preceduto anche a Firenze dalla sua fama, ma Mann, sebbene lo debba ancora ascoltare in un’opera intera, appare dapprima piuttosto prevenuto nei suoi giudizi:

“June 24 […] ‘Tis St. John’s Day but I have not stirred out, though I Intend to go to the Opera to see Egizziello whose name is great; but I know I shall not like him better than Salimbeni”ii

Finalmente Horace Mann ha modo di assistere ad una prova dell’opera Siroe di Giuseppe Scarlatti (nipote di Alessandro); se da una parte il canto di Gizziello potrebbe bastare da solo a soddisfare la “brama” musicale, dall’altro ciò che del dramma il console ascolta durante la prova non lo convince più di tanto:

“We are to have races tris afternoon and to crown all our Grand Opera, Via della Pergola, begins at night. I’ll say how I like it when I’ve seen It. I have heard it partly at the Prova, but non saprei, we have got Egizziello and that must content us, for I doubt we have nobody else.

Our first woman, Sani [il soprano Prudenza Sani], is three parts as ugly as yours. I wish she sang half as well.”iii

La sera del 24 giugno per la festa di san Giovanni Battista patrono di Firenze, il Siroe va in scena e Gizziello vi interpreta ovviamente il ruolo eponimo.

L’interpretazione di Gioacchino suscita veramente scalpore, ma purtroppo la festa non dura.

Gizziello (forse come Arbace dell’opera Artaserse di A.G. Pampani) Disegno a penna di A. M. Zanetti

Forse il troppo lavoro, i troppi ingaggi, forse il caldo dell’estate fiorentina o più probabilmente un’infezione, fatto sta che Gizziello è veramente molto stanco e la sua salute ne risente. Il primo Luglio, durante una rappresentazione del Siroe, Mann si rende conto che il giovane cantante non sta affatto bene: Gioacchino non riesce a cantare le sue arie nella loro interezza ed esegue solo parte di ognuna.

“All the celebrations of St. John have passed without anything material happening. The Opera was performed this night only though even the Egizielo was estreme ill and sang half songs”iv

Subito dopo la rappresentazione Gizziello cade ammalato. Horace Mann scrive sgomentato da Firenze che il giovane è a letto con una febbre maligna, molto probabilmente causata da una malattia infettiva.

Il palazzo di Horace Mann in via di Santo Spirito

Come era pratica diffusa dell’epoca, a Gioacchino vengono praticati ben quattro salassi; tuttavia gli stessi medici sembrano non nutrire molte speranze sulla salute del giovane.

Così la sera Gizziello riceve i Sacramenti.

“The poor creature is now so bad with a fever con Petecchie that his life is despaired of. He has benn blooded fuor times and last night had the Comunione, etc., so that it is much more likely that he should sing with the angels than with the vile hard, the Seni [Prudenza Sani], Ageta Eloi [Agata Elmi, altra interprete del Siroe] etc.

The music was abominably bad. They are seeking out for somebody to supply his place and have thoughts of getting Caresterio [Carestini?], but I should prefer another scheme of talking a less performer and putting in dances.”v

Mann è sinceramente commosso dalle condizione disperate del giovane cantante e questo acuisce perfino la sua avversione per il resto del cast; se in un primo momento questa avversione era solo dovuta al poco talento dimostrato dai virtuosi sulle tavole del palcoscenico, adesso Mann non esita a definire gli altri cantanti del Siroe scarlattiano “vile hard”, un vile branco, rapportato al povero Gioacchino che soffre.

I giorni si susseguono, i discutibili rimedi dei medici continuano e le speranze diminuiscono.

Finalmente, dopo più di tre settimane, qualcosa sembra cambiare e la salute di Gioacchino dà i primi segnali di ripresa.

Così Mann sollevato scrive:

“July 28th We are deprived of all publick amusements by the illness of Egizielo, who, however is recovering apace, and will, the say, be able to sing the 10th next month. He is so gratefull to some Saint that has cured him, that he has wrote to Naples for a famous Mass, etc., which he will have performed in a Church here.The latter ends of this month with great pomp, the whole expense of which He is to be at, and will perform himself”[…] vi

La chiesa cui fa riferimento il console (riferimento molto vago, per la verità) potrebbe essere forse una chiesa di S. Domenico o S. Antonio, santi il cui culto è molto sentito ad Arpino; non dimentichiamo che il secondo e terzo nome del cantante sono proprio Domenico ed Antonio.

D’altra parte, se dobbiamo credere a questo “riflettersi” di celebrazioni da una chiesa all’altra, è necessario ricordare che la chiesa di S. Domenico più vicina (e famosa) non è a Firenze, bensì Fiesole.

Gizziello riesce a riprendersi lentamente e dopo una lunga convalescenza di circa un mese, il Siroe può tornare in scena.

“August 5th […] The Opera is begun again. Egiziello is quite recovered and sung most charmingly; though, not to fatigue himself, he sang half airs. Tonight perhaps he may add heir second parts […]”vii

Inevitabilmente Gizziello deve sacrificare un po’ le sue arie: almeno in un primo momento, Gioacchino esegue solo la prima sezione di ogni aria riuscendo comunque a non privare il pubblico fiorentino della sua presenza.

(tratto da:Veronica Fucci, Gioacchino Conti detto Gizziello, musico del secolo XVIII, Bologna, 2006)


i J. DORAN, Mann and manners at the court of Florence 1740-1786: founded on the

letters of Horace Mann to Horace Walpole, London 1876: R. Bentley, Vol I, p.75 e sgg.

ii DORAN, op. cit. , Vol. I, p. 73-74

iii DORAN, op. cit. , Vol. I, p. 77

iv DORAN, op. cit. , Vol. I, p. 80-81

v DORAN, op. cit. , Vol. I, p. 80-81

vi DORAN, op. cit. , Vol. I, p. 82-83

vii DORAN, op. cit. , Vol. I, p. 94

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