Pina Bertoli, lucchese, in questo suo romanzo racconta, sullo sfondo delle vicende di Francesco e Maria, la Versilia e Lucca dagli anni ’50 fino ai ’90.
Gentili lettori, continuiamo la nostra rassegna letteraria sugli autori toscani di ieri e di oggi o che scrivono o hanno ambientato le loro opere in Toscana, con tre bozzetti di Renato Fucini da
Disegno dell’antico porto (tratto da archive.archaeology.org)
Il Portus Cusanus si trovava all’inizio della lunga spiaggia di Ansedonia a circa 7 km a SE di Orbetello, a levante del Monte Argentario, ai piedi del promontorio dove sorgeva la città di Cosa, fiorente colonia romana fondata nel 273 a.C. Vari ruderi di edifici di età romana, sono visibili nei dintorni di Ansedonia e in particolare nella zona dove sorgeva l’importante porto già attivo in epoca estrusca. Tra questi i resti parzialmente insabbiati di un molo di difesa e di una grande villa costiera forse adibita alla lavorazione del pesce con magazzini per lo stoccaggio di derrate alimentari.
Per evitare l’insabbiamento dello scalo e per garantire un costante ricambio d’acqua, fu scavata una grande fenditura nel promontorio, la cosiddetta Tagliata Etrusca, opera idraulica di eccezionale valore ingegneristico unica nel suo genere; si tratta di un canale scavato nella roccia perfettamente levigata e dotato di porte lignee che venivano aperte a seconda della stagione per immettere o far defluire acqua dal bacino portuale ed evitare così il ristagno e il conseguente insabbiamento, creando un sistema di contro-correnti provenienti dal mare e dal canale emissario del vicino Lago di Burano. … continua a leggereTagliata Etrusca e Portus Cusanus
Il colle di Montaperti, pochi chilometri a sud est di Siena, rimane famoso per la cruenta battaglia che si svolse nella piana antistante fra Guelfi fiorentini e Ghibellini senesi il 4 settembre 1260. Le truppe fiorentine giunte da nord attraverso le Colline del Chianti il 2 settembre si accamparono sulle alture cretacee di Monselvoli e del Paradiso, nei dintorni di Pievasciana. La marcia del loro esercito, composto da circa 35.000 uomini e dalle necessarie salmerie, aveva seguito il corso del torrente Arbia la cui valle garantiva un tragitto più pianeggiante e assicurava un facile approvvigionamento idrico.
L’esercito di Siena, al comando di Provenzano Salvani, composto da 20.000 uomini fra cui 800 cavalieri inviati dall’imperatore Manfredi e i fuoriusciti ghibellini scacciati da Firenze come Farinata degli Uberti, si accampò di rimpetto al nemico sulle colline di Ropole e di Mociano. … continua a leggereLa battaglia di Montaperti fra storia e leggende
Un piatto legato alla leggenda che volle il diavolo protagonista non solo della costruzione dello splendido ponte sul Serchio ma anche di tutta una serie di storie legate all’attraversamento del fiume servendosi del ponte o del diavolo come traghettatore. Ma anche per spiegare la presenza di castagne nella zona di Borgo a Mozzano nonché di un piatto saporito tanto da aver tentato e corrotto anche il diavolo.
Una suora di nome Monna Leta aveva deciso di disfarsi del diavolo prendendolo per la gola e pertanto allestì un fornello, accanto al fatidico ponte, su cui cosse un po’ di caldarroste che poi sbucciò da ogni buccia, anche della pellicina. Sul fondo di una padella aveva sistemato uno strato sottile di zucchero e un goccio di vino facendo andare il tutto a fuoco vivo. Quando il diavolo, attirato dall’odore, si avvicinò unì le caldarroste e vi versò sopra una tazza di buona grappa. Ne derivò una fiamma viva ma il diavolo, abituato alle fiamme dell’inferno, riuscì lo stesso a vedere le castagne e a prenderne qualcuna che trovò deliziosa sebbene infuocata. Quello fu il prezzo da pagare: per ogni castagna un passeggero poteva attraversare il ponte senza il pericolo di dover vendere l’anima al diavolo se non poteva pagare il compenso. Il patto era stretto: “Purché non manchino le castagne” e così fu, da allora a Borgo a Mozzano le castagne non mancarono e nessuno più corse il pericolo di dover vendere l’anima sua. E non è finita: era nata anche la Castagnata del Diavolo” la cui ricetta si può ritrovare tra le righe della leggenda. … per altre ricette vai aOttobre tempo di castagne: storia e antiche ricette
Capraia è un’isola aspra e forse in questo consiste il suo incanto: negli anfratti e nelle baie lungo le coste frastagliate e scoscese il mare assume colori cangianti, combinati e diversi, tra le asperità delle sue rocce e dei suoi i massi fiori colorati a macchie che scosse dal vento la riempiono di profumi e a primavera c’è un tripudio che la pennella di toni e sfumature e di odorose fragranze.
Ma non fu scelta per questo suo sfolgorante paesaggio dai pirati che in tempi lontani depredavano le coste del Mare Nostrum tanto che Roma mise fine alle scorrerie rendendola libera dai pirati ma disabitata. No, Capraia è sempre stata scelta, da Etruschi e Romani, per le leccete che la rivestivano e a partire dal XVI secolo ha sempre rivestito una posizione strategica nell’alto Tirreno come punto di avvistamento di navi corsare e come difesa dalle medesime lì a metà com’è tra la Corsica e la Sardegna, tra il mare e la terraferma, quella dirimpettaia, ricca di popolazioni e risorse. .… Continua
Lungo il litorale che l’Aurelia costeggia, tra Alberese e Orbetello, molte le torri d’avvistamento a protezione della costa che i Saraceni tentavano di conquistare, meta delle loro incursioni e scorrerie, oggi all’interno del grande Parco Naturale della Maremma. Accanto ad una di queste torri, sorgeva il castello dei Marsili di cui restano poche tracce mentre la torre si erge salda e poderosa. È la torre detta della bella Marsilia cui è legata una leggenda che ha come base avvenimenti realmente accaduti e due versioni, come tutte le leggende che si rispettino. Si tramanda di Margherita di Nanni Marsili una fanciulla sedicenne dai capelli rossi rapita durante un’incursione turca il 22 aprile del 1543 dopo la conquista del castello paterno. … Continua
Le leggende non finiscono mai perché come la matrioska sono contenute le une nelle altre e si diffondono ciascuna con una faccia delle verità che raccontano.
E così eccoci a presentare leggende legate a luoghi o a personaggi che hanno una o più versioni, come tutte le leggende che si rispettino, e ci piace presentarle in relazione a quei luoghi della nostra Toscana a cui abbiamo dedicato uno spazio speciale perché ci hanno conquistato forse proprio in virtù delle leggende di cui sono ammantate.
Cominciamo con la rocca di Crevole i cui ingredienti danno i brividi al solo leggerli, ...Continua