Il Balipedio di Viareggio

di: Guglielmo Evangelista

Il termine balipedio, del tutto inusuale al di fuori dell’ambito militare, mutuato dal greco antico e con significato letterale di “campo di tiro”, si riferisce ad un’area dove vengono sperimentate artiglierie e munizioni, specialmente se di nuova acquisizione, testandone le prestazioni, pregi e difetti  in vista del loro impiego operativo.
All’indomani dell’unità d’Italia Viareggio fu scelta come sede del principale Balipedio della Regia Marina per diversi motivi: la presenza di grandi aree boschive e spiagge disabitate a sud della città, la vicinanza con La Spezia che permetteva il rapido collegamento con i comandi che vi avevano sede e la sua posizione facilmente raggiungibile, tanto che fu anche costruito un raccordo ferroviario con la stazione che permetteva il comodo spostamento di carichi pesanti.
Infine, ma non ultima, la potenziale presenza di abbondante manodopera.

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Ippolito Zibibbi, ammiraglio per caso

di Guglielmo Evangelista

Il “Fortino sulla Foce “ a Viareggio costruito nel 1768.
Nel XIX secolo divenne la sede dell’Autorità Marittima e poi della
Capitaneria di porto del Regno d’Italia fino alla demolizione avvenuta negli anni ’30

Ippolito Zibibbi nacque a Viareggio nel 1772. Il padre era un funzionario di carriera della Repubblica di Lucca, ma i suoi due figli Ippolito e Gianbattista non  seguirono le orme paterne e, benché ancora molto giovani, a fine ‘700 erano contitolari di un tabacchificio a Pietrasanta la cui gestione, peraltro, dette loro parecchi grattacapi, ma rispetto all’attività imprenditoriale ben altre soddisfazioni  dette ai due fratelli la passione per la politica.
Fervente ammiratore di Napoleone, lasciata la Toscana, Ippolito si arruolò nell’esercito francese combattendo in tutte le campagne di fine secolo e subendo anche una ferita.
Nel 1805 passò al servizio del Principato napoleonico di Lucca di Elisa e Felice Baiocchi con il grado fi capitano.
Nel 1813 era comandante della piazzaforte di Viareggio quando vi sbarcò un forte contingente inglese: … continua a leggere Ippolito Zibibbi, ammiraglio per caso

Forte dei Marmi a fine Ottocento

da: Guido Carocci, Bagni e villeggiature in Toscana, Galletti e Cocci 1899

Il Forte Lorenese, fatto costruire dal Granduca Leopoldo I nel 1788

“Villaggio della provincia di Lucca Comune di Pietrasanta- Approdo marittimo- Stazione ferroviaria di Pietrasanta sulla linea Pisa-Genova.

Uno dei piccoli fortini a guisa di torri eretti lungo la spiaggia del mare e destinati più che alla difesa, alla sorveglianza della costa, per impedire il contrabbando, ebbe nome il Forte dei Marmi, perché la località fu trovata opportuna per crearvi uno scalo dove imbarcare i marmi estratti dalle cave di Serravezza e di Stazzema. Per effetto delle grandi deposizioni di banchi di sabbia che avviene lungo questo tratto della costa Toscana, oggi il fortino che ha la forma comune a tutte le altre congeneri costruzioni del vecchio stato lucchese, è interrato, mentre l’imbarco de’ marmi si fa a qualche distanza per mezzo di un ponte caricatore in legname.

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Un itinerario tra mare e monte: da Camaiore alle pendici del Matanna

di Salvina Pizzuoli

Un bel sole invernale ci accompagna in questo viaggio di esplorazione dentro un paesaggio verde, ondulato, tra colline mosse da un lato e una grande riviera dall’altro che, vista  dall’alto,  chiareggia  tra le brume.
Ma seguiamo il percorso sin dall’inizio.
Subito appena usciti da Camaiore ci accoglie con le sue antiche architetture la bella badia di San Pietro: fondata dai Benedettini nel 760 fu ristrutturata nell’ XI secolo. La costruzione a capanna, tipica del romanico, è ingentilita da un’elegante bifora; antistante quel che rimane della cinta muraria trecentesca con l’alta e massiccia Porta.

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Galleria foto: Massaciuccoli, oasi Lipu, rovine romane

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