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Alalìa (oggi Aleria) fu un’antica colonia sulla costa tirrenica della Corsica fondata dai coloni greci Focesi nel VI secolo a.C. in fuga dall’Asia Minore, cacciati da Arpago su ordine di Ciro, come racconta Erodoto:

Costui, nominato da Ciro comandante dell’esercito, quando arrivò nella Ionia, cominciò a espugnare le città servendosi di terrapieni: ogni volta, infatti, costringeva i nemici dentro le loro mura, faceva ammassare enormi quantitativi di terra contro gli spalti e poi li assaltava.

… La prima città della Ionia di cui si impadronì fu Focea. Questi Focei furono i primi Greci a compiere lunghe navigazioni: furono loro a scoprire l’Adriatico, la Tirrenia, l’Iberia e la regione di Tartesso: non navigavano con grandi navi da carico ma con delle penteconteri.

Pentacontera

I Focesi stabilitesi nella nuova terra iniziarono ad espandere rapidamente i commerci nell’area del Tirreno e più in generale del Mediterraneo occidentale turbando gli equilibri preesistenti che Etruschi e Cartaginesi avevano stabilito in quell’area. Il loro successo fu favorito anche dall’utilizzo, come navi da carico, delle pentecontere, veloci navi da guerra che alla spinta della vela univano quella di cinquanta rematori, al posto delle navi onerarie più lente e condizionate dalla direzione dei venti. La maggiore capacità offensiva di questi natanti si prestava anche a frequenti atti di pirateria.

Insediamenti etruschi, greci e cartaginesi

Le due potenze spinte dalla nuova minaccia si unirono dando luogo all’epico scontro navale (540 a.C. circa) nelle acque antistanti le coste della Corsica settentrionale e della Sardegna meridionale.

… Ma visto che derubavano e depredavano tutte le popolazioni limitrofe, Tirreni e Cartaginesi di comune accordo mossero contro di loro, entrambi con una flotta di sessanta navi. Anche i Focesi equipaggiarono delle imbarcazioni, in numero di sessanta, e affrontarono la flotta avversaria nelle acque del mare chiamato di Sardegna. Si scontrarono in una battaglia navale e ai Focesi toccò una vittoria cadmea; infatti delle loro navi quaranta furono affondate e le restanti venti risultarono inutilizzabili, avendo i rostri torti all’indietro. Allora navigarono fino ad Alalia, imbarcarono le donne, i bambini e tutto ciò che le navi potevano trasportare … dirigendosi verso Reggio.

I Cartaginesi e i Tirreni si spartirono gli uomini delle navi affondate: gli abitanti di Agilla (così i Pelasgi avevano chiamato l’etrusca Caere, l’odierna Cerveteri n.d.r), ai quali toccò il gruppo più numeroso, li condussero fuori città e li lapidarono. Più tardi ad Agilla ogni essere che passava accanto al luogo in cui giacevano i Focei lapidati diventava deforme, storpio o paralitico, fossero pecore o bestie da soma o uomini, senza distinzione. Allora gli Agillei, desiderosi di rimediare alla propria colpa, si rivolsero all’oracolo di Delfi. E la Pizia impose loro un obbligo che adempiono ancora oggi: infatti offrono imponenti sacrifici e bandiscono giochi ginnici ed equestri in onore dei morti. Ed ecco cosa toccò a questi Focei; quelli invece fuggiti verso Reggio, muovendo di là si impadronirono di una città nella terra di Enotria, città oggi chiamata Iela (forse Elea, la latina Velia n.d.r.)

Erodoto, Storie, I, 3 -4

Pur vincendo la battaglia i Focesi abbandonarono dunque la zona e gli Etruschi ristabilirono il controllo delle rotte del Tirreno settentrionale, garantendosi la sicurezza delle coste dell’Etruria e dell’arcipelago.

Il Museo Archeologico di Vetulonia ha allestito una interessantissima mostra su questo evento:

“Alalia, la battaglia che ha cambiato la storia”. 9 Giugno – 3 novembre 2019

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