
“Risiede Murlo sopra un poggio dalla cui faccia orientale scorre il torrente Stile e dal lato opposto quello di Crevole entrambi tributarii alla destra del fiume Ombrone. Il Castello di Murlo in Vescovado è il locale più considerabile di tutto il distretto che fu ne’secoli trapassati dominio feudale dei Vescovi sanesi, ed era costà presso a Murlo nella rocca di Crevole dove si refugiavano que’ prelati allorché dissentivano dal governo della Repubblica e poi de’Granduchi questa contrada, dominata innanzi tutto dai conti dell’Ardenghesca, passasse nel 1151 in mano del vescovo Ranieri allora capo politico del governo di Siena”. ( E. Repetti Dizionario)

La storia tramanda una particolare e potente signoria vescovile, quella di Murlo, durata molto a lungo, dalla donazione, nel 1151, del conte Ugolino di Ranuccio Ardengheschi al vescovo Ranieri fino al 1749 quando una legge granducale gliene tolse la giurisdizione, tanto da lasciare impronta nel toponimo: Murlo del Vescovato o Vescovato di Murlo.
Il castello di Murlo, il borgo fortificato che ancora oggi possiamo ammirare, è citato in un documento di papa Clemente III del 1189, ma la sua fondazione risale certamente ad una data antecedente. La presenza potente dei vescovi è attestata anche fisicamente dalla poderosa mole del cosiddetto “Palazzone”, l’antica sede vescovile: l’edificio sovrasta infatti tutti gli altri del piccolo centro medievale con la sua pianta quadrata e un basamento a scarpa. Oggi accoglie il Museo civico archeologico con le testimonianze degli scavi di Poggio Civitate di un sito abitato sin dai tempi degli Etruschi.
Non mancarono le lotte tra il dominio feudale dei vescovi senesi e il governo della Repubblica di Siena prima e i Granduchi dopo ed era allora che trovavano valida difesa rifugiandosi presso la munita Rocca di Crevole.
Nella piazzetta chiesa di San Fortunato documentata sin dal XI secolo, distrutta e ricostruita nella forma attuale nel Cinquecento.


La Porta di Ponente segna l’ingresso al piccolo borgo che ruota attorno a se stesso seguendo un percorso circolare: passa dietro al palazzo vescovile aprendosi un una nuova piazza con pozzo, per poi ritornare sulla piazzetta su cui si affaccia.

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