Facciata della pieve di San Pietro a San Piero a Sieve

Un’antica pieve di cui si ha notizia documentata a partire dal 1018.

Come tutte le pievi che sorgevano in prossimità di grandi vie di comunicazione e dei passi al fine di accogliere gli abitanti disseminati nel territorio circoscrizionale o i pellegrini che transitavano su assi viari importanti o lungo i cosiddetti diverticoli ovvero le diramazioni dalla viabilità principale, anche la nostra sorse in prossimità della confluenza tra il torrente Carza e il fiume Sieve ove era un guado e sulla direttrice viaria che portava al Passo del Giogo.

Una posizione quindi importante che ne avrebbe determinato l’espansione che ne rese necessario l’ampliamento una ventina d’anni dopo.

Dai libri delle Decime che registravano i contributi fiscali in base alle proprietà, registri che insieme ai catasti permettono oggi agli storici di ricostruire pagine di storia o meglio di microstoria di un territorio, si viene a conoscenza del passaggio di proprietà ai Medici che l’arricchirono di quelle opere artistiche che ancora oggi possiamo ammirare all’interno.

Ma procediamo con ordine.

Oggi l’antica pieve occupa uno slargo lungo quella strada che in tempi lontani conduceva, come detto, ad un guado e ad un passo appenninico e che oggi la collega con Scarperia e con Borgo San Lorenzo.

Occupa un lato dell’ampio slargo lungo la strada principale che dà luogo ad una piazzetta che funge da sagrato sul cui margine destro la statua di San Pietro Apostolo realizzata nel 1768.

La facciata a tre portali fa intuire un interno a tre navate e reca in alto un finestrone con vetrata realizzato nel 1771 sostituendo il precedente oculo.

Molti infatti i rimaneggiamenti nel tempo come per il campanile a torre realizzato nel 1607 ma rivisitato nei primi anni del Novecento.

All’interno la navata centrale ha volta a botte e le laterali volte a crociera.

Entrando a sinistra nella parete interna della facciata colpisce una lapide con iscrizione in latino del 1275. Si trovava in origine presso la Cappella della Compagnia e l’iscrizione ricorda di essere stata un ospedale: reca anche la firma dell’incisore “Mastro Panizza”.

Sempre a sinistra in un’apertura della navata trova posto il bel fonte battesimale in maiolica invetriata, esagonale con formelle scolpite con storie del Battista e separate da lesene, opera attribuita a Giovanni della Robbia e datata XVI secolo.

Procedendo lungo la navata centrale l’altare a marmi policromi e pietre dure realizzato alla fine del XVIII secolo sovrastato da un crocifisso ligneo recentemente restaurato, datato intorno alla fine del XVI secolo. In fondo due vetrate che, come le altre lungo le navate furono realizzate dalle manifatture Chini quando i bombardamenti della Seconda Guerra distrussero le precedenti.

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