Castel Leone a Montemignaio, in Casentino

di Salvina Pizzuoli

Castel Leone a Montemignaio
Castel Leone

Montemignaio nel nostro bel Casentino, conserva tre importanti monumenti che ne sottolineano l’importanza rivestita storicamente legata al potere tenuto dai conti Guidi e alla sua posizione strategica: Castel Leone, la Pieve di Santa maria Assunta e l’oratorio di santa Maria delle Calle. Castel Leone o Castiglione, deriva la propria denominazione presumibilmente dal latino “castrum leonis” da cui di “castiglione” . Costruito nel XII secolo da quei Conti Guidi che dominarono la valle, si erge ancora alto e possente con il suo torrione e le sue massicce mura sulla verde e articolata valle dello Scheggia sovrastandola maestosamente.Il piazzale antistante l’arco d’ingresso è stato ricavato coprendo l’originario fossato che ne difendeva l’accesso. In origine la cinta muraria si apriva su tre porte, l’attuale è postuma, aperta nel primo dopoguerra. Sull’alto torrione un’antica campana datata 1332 … continua a leggere Castel Leone a Montemignaio

Trassilico, un paese della bella Garfagnana

di Salvina Pizzuoli

Siamo in Garfagnana: la nostra meta è la rocca estense e il borgo di Trassilico.
Il paesaggio lungo il vivido Serchio, con le sue acque chiare e briose tra i sassi del letto,  è vestito già dei colori dell’autunno che colorano colli e valli in cangianza di verdi e gialli e rossi: felice l’occhio e lo spirito che si rasserena tra le bellezze naturali.
Poco prima di Castelnuovo Garfagnana abbandoniamo il corso del Serchio e ci addentriamo in una valle laterale per raggiungere Gallicano, prima tappa, per procedere poi verso Verni, l’antico Castrum Liverni documentato già dal 997,  e quindi Trassilico: ciascuna località vanta una rocca nome con cui in Garfagnana si designano i castelli.

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A Trassilico nella bella Garfagnana

di Salvina Pizzuoli

Siamo in Garfagnana: la nostra meta è la rocca estense e il borgo di Trassilico.
Il paesaggio lungo il vivido Serchio, con le sue acque chiare e briose tra i sassi del letto,  è vestito già dei colori dell’autunno che colorano colli e valli in cangianza di verdi e gialli e rossi: felice l’occhio e lo spirito che si rasserena tra le bellezze naturali.
Poco prima di Castelnuovo Garfagnana abbandoniamo il corso del Serchio e ci addentriamo in una valle laterale per raggiungere Gallicano, prima tappa, per procedere poi verso Verni, l’antico Castrum Liverni documentato già dal 997,  e quindi Trassilico: ciascuna località vanta una rocca nome con cui in Garfagnana si designano i castelli.

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Castel Focognano in Casentino

Se volessimo visitarli tutti non basterebbe una vita!

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Potrebbe sembrare un’espressione esagerata, ma nella realtà toscana rasenta il vero.

La Toscana è piena di piccoli centri dove la storia ha lasciato traccia non tanto e non solo nei monumenti o edifici o antiche o dirute vestigia, ma soprattutto nel paesaggio dove si respira la presenza di popoli e popolazioni che là si sono insediati e dove il lavoro dell’uomo nei millenni si è armoniosamente fuso con quello della natura.

Il Casentino è una delle zone della nostra regione dove si respira una storia millenaria.

Siamo a Castel Focognano.  continua a leggere Castel Focognano

 

I porti e il ponte di Signa medievale

di Salvina Pizzuoli

Signa, Pieve di San Giovanni Battista, affresco che fa da sfondo ai miracoli della beata Giovanna e raffigura il castello il fiume

ll paese di Signa è da credersi di origine piuttosto antica; sia che uno voglia considerare la sua situazione sullo sbocco di due valli, di quelle, cioè, del Bisenzio e del Val d’Arno fiorentino; sia che si rifletta trovarsi esso sulla testata dell’ unico ponte che prima del secolo XII attraversasse l’Arno fra Firenze e Pisa; oppure che si consideri che costì l’Arno cessa nella stagione estiva di essere navigabile, ovvero che si voglia credere essere esistito nei tempi posteriori al mille davanti a Signa uno scalo per le merci che dal Porto Pisano a Firenze, e viceversa da Firenze al Porto Pisano si recavano.

Così il Repetti, storico toscano, nella prima metà dell’Ottocento descriveva la posizione di Signa, geograficamente particolare, soprattutto in tempi in cui la viabilità terrestre lasciava molto a desiderare: gli studiosi affermano che in pieno Trecento essa era costituita da mulattiere e da poche arterie maggiori sulle quali scarseggiava una vera manutenzione. I percorsi navigabili pertanto erano preferibili anche se in Toscana il regime torrentizio dei corsi d’acqua ne impediva l’utilizzo nei mesi estivi.  …  continua a leggere  Signa medievale: tre porti e un ponte

Suvereto in val di Cornia

SUVERETO e SUGHERETO (Suberetum) nella Val di Cornia. – Terra murata già Castello con gli avanzi di sovrastante rocca, la cui chiesa arcipretura (S. Giusto) anticamente era dedicata a S. Cipriano […] Risiede in pianura fra due colli, uno dei quali viene da ponente e propagasi dal Monte Calvo, l’altro si stende dalla collina di Belvedere situata al suo settentrione lungo la ripa destra del fiume Cornia. L’etimologia naturale di questa Terra ci scuopre essere derivata da qualche foresta di sugheri (Quercus Suber) piante state più che oggidì assai frequenti nelle toscane Maremme. Dondechè il Comune di Suvereto in seguito prese per suo stemma un leone rampante sopra il pedale di una pianta di sughero. In quanto alla storia di Suvereto, le sue memorie risalgono al secolo X. Fino dal secolo XIII, sebbene fosse feudo de’ conti Aldobrandeschi, era costituito in comunità con statuti, uffiziali e consiglieri proprj, oltre la facoltà di eleggersi annualmente un podestà”.

Così il Repetti nel suo Dizionario ci presenta Suvereto uno dei borghi murati della Maremma livornese. Le sue origini si fanno risalire al X secolo quando sulla sommità del colle, su cui oggi si elevano i ruderi della Rocca, sorgeva un villaggio di capanne.   …     Continua a leggere       In val di Cornia: Suvereto 

Il borgo di Campagnatico

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San Michele un borgo medievale in Alta Garfagnana

di Salvina Pizzuoli

Un torrente di limpide acque scroscianti tra i sassi del greto, un ponte a schiena d’asino a un solo arco, databile tra il XIII e il XIV secolo, due agglomerati urbani uno su un poggio e l’altro più in basso con il torrente, Acqua Bianca, appellativo che sottolinea le sue precipue caratteristiche, che li separa: siamo a San Michele tra Piazza al Serchio e Nicciano. Un bel torrente che, attraversato  San Michele,  confluisce nel Serchio di Gramolazzo poco sopra il borgo. Se già di per sé gli elementi indicati evocano un paesaggio suggestivo, il  ponte medievale di pietra lo lega alla storia del territorio, una storia lontana e ancora presente e attestata in quel piccolo borgo e nel suo antico ponte.

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A Grosseto in giro per le mura medicee

di Salvina Pizzuoli

Grosseto, la città nel 1600

La città murata di Grosseto, vista dall’alto, ha la forma di un esagono irregolare con sei bastioni angolari, uno per ogni angolo dell’esagono, a forma di freccia, per un perimetro di circa duemilanovecento metri. 

Le imponenti mura furono volute dalla famiglia dei Medici e costruite su progetto di Baldassarre Lanci da Urbino. La costruzione del complesso architettonico occupò un periodo molto lungo, dal 1574 al 1593 come indicato nella targa sul portale della Fortezza a ricordo della conclusione dei lavori. ... continua a leggere A Grosseto in giro per le mura medicee

Il castello di Batignano nella Maremma grossetana

A pochi chilometri da Grosseto e dagli scavi archeologici della città etrusco-romana di Roselle, il borgo murato di Batignano, importante castello nato probabilmente a protezione delle miniere al suo interno e anche di quelle del vicino Montorsaio da cui si estraeva argento, rame, piombo,  che si affacciava sull’importante rete di strade, controllandone l’accesso alla piana grossetana, che conducevano al mare e al sale. Il sale era essenziale nell’età antica e medioevale: oltre agli usi alimentari infatti era mezzo di scambio, quasi una moneta, da cui il termine salario, tanto che gli Stati tendevano ad accaparrarsi lo sfruttamento delle saline, come quelle del grossetano, a Torre Trappola e non lontano dal porto di Talamone.

Il primo nucleo del castello, la cui data documentaria si attesta al 1119, sorse nella parte più alta espandendosi nel XIII-XIV secolo fino a racchiudere il borgo, cinto a sua volta da una seconda cerchia muraria, con due porte la Senese e la Grossetana.  …  continua a leggere      Il castello di Batignano nella Maremma grossetana