Hinthial, l’Ombra di San Gimignano

di Michele Zazzi

Nel 2010 in località Torraccia di Chiusi a San Gimignano (SI), nell’ambito di uno scavo relativo ad una canalizzazione fognaria, è stato riportato alla luce un bronzetto di forma allungata particolarmente pregevole.
La statuetta, chiamata Hinthial (= anima, sacro), risultava sepolta in posizione prona vicino ad un altare in pietra di forma parallelepipeda (65 x 70 x 80 cm) che presentava evidenti tracce di combustione e faceva parte di un’area sacra (una stipe, un deposito votivo od un santuario?) posta  nei pressi di una sorgente. L’area fu in uso senza soluzione di continuità dal III secolo a.C. al II d.C.
Sul posto sono state ritrovate anche varie offerte, frammenti ceramici, bronzi e monete. Parte del materiale ceramico è stato rinvenuto in stato frammentario ma per lo più ricomponibile; le offerte potrebbero pertanto essere state rotte intenzionalmente (defunzionalizzazione).
Il bronzetto fu ritrovato nel punto più basso del deposito che quindi doveva essere all’origine del sito.

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Il matronimico nelle iscrizioni etrusche

di Michele Zazzi

Urna cineraria da Cortona inscritta LARIS:ANEINI/ VELSINAL

Nelle iscrizioni etrusche le donne venivano indicate con praenomen (nome individuale) e nomen (gentilizio, famiglia di origine) al pari degli uomini (formula onomastica bimembre). Questo elemento unitamente ad altri attesta il ruolo particolarmente rilevante della donna nella società etrusca.
Nella formula onomastica di alcuni individui (maschi e femmine) inoltre, oltre all’indicazione del padre, si trova talvolta anche il nominativo della madre.

Il matronimico ricorre seppur sporadicamente già nella fase arcaica, si sviluppò nell’Etruria Meridionale del IV secolo a.C. e si diffuse poi in Etruria settentrionale dal III secolo a.C. … continua a leggere Il matronimico nelle iscrizioni etrusche

Urna degli sposi anziani da Volterra

di Michele Zazzi

Il coperchio della cd. urna degli sposi o degli sposi anziani è uno dei simboli del Museo Guarnacci di Volterra.
L’urna in terracotta (h. 41 cm) fu ritrovata nel 1743 in una tomba a camera della necropoli di Ulimeto
Il monumento è bisome e raffigura due sposi a banchetto distesi sulla klinai.
I personaggi sono cavi internamente e sulla testa hanno due fori di significativa grandezza che potrebbero essere serviti per inserire le ceneri dei defunti. Viene il dubbio che possa trattarsi dell’urna vera e propria e non del coperchio della stessa.
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L’antica Etruria descritta da Plinio il Vecchio

Antica Etruria

Nella Naturalis Historia, la sua monumentale opera, Caio Plinio Secondo, detto Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), oltre alla famosa classificazione delle specie botaniche ci offre anche la descrizione geografica del territorio europeo e del bacino mediterraneo. Riportiamo di seguito il brano relativo all’Etruria.

“La costa della Liguria si estende per 211 miglia dal fiume Varo1 al Magra. Da lì inizia la settima2 regione, l’Etruria; una regione che spesso ha cambiato nome. In tempi antichi i Pelasgi cacciarono da essa gli Umbri, ma ne furono a loro volta scacciati dai Lidi. Dal nome del re di questi gli abitanti furono chiamati Tirreni3. In seguito, dalla parola greca del rito sacrificale, presero il nome di Tusci4. … continua a leggere L’antica Etruria descritta da Plinio il Vecchio

Cippo di confine inscritto tular rasnal da Cortona

di Michele Zazzi

Cippo di confine inscritto tular rasnal da Cortona

Il cippo fu rinvenuto agli inizi del settecento in località Il Campaccio, ad est di Cortona, nei terreni di Taddeo Orselli. Nel 1747 fu ereditato dal collezionista Galeotto Ridolfini Corazzi. Nel 1826 il monumento fu ceduto al Museo Rijksmuseum van Oudheden di Leida dove tutt’oggi è conservato.
Il cippo in arenaria (alt. 116 cm, largh. 60 cm, spesss. 16 cm) risulta inscritto in alfabeto settentrionale ed è databile al II secolo a.C.

Il reperto, che presenta incassi ed una scanalatura verticale sul lato sinistro, era probabilmente collocato in posizione eretta ed inserito in una struttura di sostegno (un edificio od un recinto?). … continua a leggere Cippo di confine inscritto tular rasnal da Cortona

Il tumulo della Cuccumella a Vulci

di Michele Zazzi

Il tumulo della Cuccumella a Vulci

Nella Necropoli Orientale di Vulci si staglia il monumentale tumulo della Cuccumella, databile alla fine del VII secolo a.C., di circa 70 m di diametro, 230 m di circonferenza e 20 m di altezza.

Il tumulo fu oggetto di scavi dal 1828 ad opera del Principe di Canino Luciano Bonaparte, successivamente da parte di Alessandro François e poi da Francesco Marcelliani nell’interesse della famiglia Torlonia. Nel 1875 – 1876 in particolare furono scavate trincee e gallerie alla ricerca di camere funerarie (cd. labirinto). Il monumento è stato comunque oggetto di successivi scavi (1928 – 1929) e restauri (2003 – 2006).

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Luni, nell’antica Etruria

di Salvina Pizzuoli

Luni/Lunigiana, l’accostamento è immediato, eppure oggi l’area archeologica dell’antica Luni non appartiene amministrativamente alla regione Toscana.

Luni, ingresso anfiteatro

Di antica origine etrusca e poi ligure, divenne colonia romana con il nome di Luna, collocata in Etruria, la VII Regio, in base alla compartimentazione di Ottaviano, la cui estensione comprendeva varie aree della regione attuale, ma non ne riproponeva i medesimi confini a nord e a sud. 

Colonia romana dal 177 a.C. Luna era importante per il suo porto alla foce del Magra e per i suoi marmi, i pregevoli marmi delle Apuane.

Sull’origine del suo nome varie le congetture, ma nulla di certo: … Continua

Servio Tullio /Macstarna il sesto re di Roma

di Michele Zazzi

La liberazione di Celio Vibenna da parte di Macstarna nell’affresco della Tomba François di Vulci

Secondo la tradizione romana Servio Tullio – il sesto re di Roma – era figlio di una principessa latina di nome Ocrisia (Tito Livio Ab urbe condita I, 39 ed altri autori). A seguito della conquista della città di Corniculum da parte di Tarquinio Prisco il re latino Tullio fu ucciso e la moglie Ocrisia venne condotta schiava a Roma e donata alla regina Tanaquilla. Alla principessa latina fu affidata la custodia del sacro focolare della reggia. Ocrisia dette alla luce un bambino che sarebbe stato generato da un fallo di fuoco, interpretato da Tanaquilla come l’emanazione del dio Vulcano o di un Genio/Lare della famiglia di Tarquinio. Secondo un’altra versione la regina quando fu fatta prigioniera era già incinta del sovrano di Corniculum. Il bambino fu chiamato Servio a causa della condizione della madre e Tullio in ricordo del padre deceduto. Il giovane ritenuto figlio di una divinità (a conferma di ciò in un’occasione furono viste splendere le fiamme attorno al capo del fanciullo mentre dormiva) venne allevato ed istruito a corte come un re e a seguito di varie vicende e grazie all’abile regia di Tanaquilla alla morte di Tarquinio Prisco finì per succedere al trono di Roma.

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Le Strade Transappenniniche del Granducato di Toscana: ss 63 del passo del Cerreto

Massa – Aulla – Fivizzano – Passo del Cerreto – Reggio Emilia

L’epoca dei Lorena nel Granducato di Toscana fu caratterizzata da una serie di importanti progetti infrastrutturali che cambiarono radicalmente il sistema delle comunicazioni della regione. Le grandi strade transappenniniche rappresentano uno degli esempi più significativi di come la viabilità fosse considerata non solo essenziale per l’economia ma anche per la strategia militare e il progresso sociale.

Nel 1787, gli abitanti di Fivizzano e della valle rivolsero una richiesta a Pietro Leopoldo per la costruzione di una strada carrozzabile che collegasse Pietrasanta e Fivizzano oltre il confine appenninico. In effetti fin dall’epoca romana e medievale esisteva un percorso assai scomodo e difficoltoso che superando il passo del Cerreto congiungeva la pianura Padana al Tirreno, ma già alla fine del Settecento risultava del tutto inadeguato alle nuove esigenze. … continua a leggere Le Strade Transappenniniche del Granducato di Toscana: ss 63 del passo del Cerreto

Luni, nell’antica Etruria

di Salvina Pizzuoli

Luni/Lunigiana, l’accostamento è immediato, eppure oggi l’area archeologica dell’antica Luni non appartiene amministrativamente alla regione Toscana.

Luni, ingresso anfiteatro

Di antica origine etrusca e poi ligure, divenne colonia romana con il nome di Luna, collocata in Etruria, la VII Regio, in base alla compartimentazione di Ottaviano, la cui estensione comprendeva varie aree della regione attuale, ma non ne riproponeva i medesimi confini a nord e a sud. 

Colonia romana dal 177 a.C. Luna era importante per il suo porto alla foce del Magra e per i suoi marmi, i pregevoli marmi delle Apuane.

Sull’origine del suo nome varie le congetture, ma nulla di certo: … Continua