Da Guido Carocci I dintorni di Firenze, Tipografia Galletti e Cocci 1881

Omnibus della linea piazza Signoria-Ponte Rosso alla fermata di piazza Cavour

Dalla Barriera del Ponte Rosso (vedi articolo) oltre a via Bolognese iniziava anche via Vittorio Emanuele II “che si diceva precedentemente del Palazzo Bruciato o dei Cappuccini.
Poco oltre, superata l’odierna via Trieste, all’epoca non esistente, si trova sulla destra Villa Fabbricotti o degli Ancipressi (ancipresso o arcipresso. Termine arcaico e popolare toscano ad indicare l’albero e il legno di cipresso n.d.r.)

Villa Fabbricotti

“Restaurata, ampliata, fornita d’ogni comodità e dei più deliziosi annessi, questa del Conte Fabbricotti è una splendida villa moderna che apparisce anche da lungi in tutta la sua eleganza e tutta la sua leggiadria. La villa degli Ancipressi pertanto è tutt’altro che moderna ed anzi può dirși una delle più antiche della collina di Montughi, e nel XIV secolo era della famiglia Buoninsegni. Nel 1525 le figlie di Lionardo vendevano questo loro possesso a Girolamo di Zanobi della famiglia Del Maestro Luca che cinque anni dopo la rivendeva ad Alessandro Strozzi, del ramo di quell’illustre famiglia che si diceva dello Strozzino. Gli Strozzi che la possedettero per oltre tre secoli, la resero più grande e più elegante corredandola di un ampio e vago giardino.

Montughi

[…]
Poco oltre il cancello della Villa Fabbricotti, si stacca la Via di Montughi; ma prima di dirigersi verso la collina, proseguiamo alquanto lungo la Via Vittorio Emanuele, fino al luogo dove nel muro a sinistra si vede un TABERNACOLO.

Oggi spostato in Via Vittorio Emanuele II nei pressi di Piazza Giorgini

È qui racchiuso un busto in marmo di S. Antonino Arcivescovo di Firenze fatto per commissione di Monsignor Ferdinando Minucci Arcivescovo di Firenze e inaugurato il 4 maggio 1856. Esso ricorda il luogo dove in antico era posto S. Antonio del Vescovo, oratorio al quale era annesso il Palazzo dei Vescovi Fiorentini. Quando fosse edificato questo palazzo non sa stabilirlo con certezza nemmeno il Lami dottissimo specialmente in fatto di monumenti sacri ed egli dice soltanto come i Vescovi avessero colà possessi fino dall’ undecimo secolo e come il Vescovo Antonio intorno al 1312 terminasse e perfezionasse la chiesa di S. Antonio e l’annesso oratorio. … Sant’ Antonino Arcivescovo di Firenze riteneva come soggiorno graditissimo il palazzo di S. Antonio, dov’ egli spesso si recava per godervi la pace la tranquillità dei campi quivi nel giorno 2 maggio 1459 cessava di vivere. Prima dell’assedio, il palazzo dei Vescovi subì la sorte di tante altre fabbriche vicine alla città e non rimasero di lui che i fondamenti seppelliti dipoi sotto la terra di un podere che appartiene tuttora alla mensa arcivescovile.

Montughi è il nome di quella leggiadra collinetta che innalzandosi lievemente dai piani attraversati dal Mugnone, va a congiungersi per mezzo di dolce declivio alle pendici di Monte Rinaldi. La famiglia degli Ughi antichissima e potente in Firenze, possedendo qui e case e terre, dette il nome a questo colle dilettoso che fino dal medio evo fu sparso di graziose ville e di vaghi giardini. S. Martino a Montughi, che sorge proprio sulla prima linea del colle, prospettando Firenze, fu edificata, a quanto si può arguire dalle antiche memorie che la rammentano, dalla stessa famiglia Ughi che le pose il proprio stemma sulla facciata e che ne fu patrona fino alla sua estinzione.


[…]
Nella chiesa, che ha un aspetto quasi moderno, si osservano un crocifisso di Giambologna, dei quadri bellissimi di Matteo Rosselli e di Jacopo Vignali, un dipinto del Veracini ed una bella cera del Susini. Sotto il portico l’attual parroco ha trasportato varie figure della scuola dei Della Robbia che erano esposte ad ogni pericolo in un tabernacolo lungo la via Vittorio Emanuele. Nella compagnia è sepolto il celebre incisore Raffaello Morghen. La canonica è di una ricchezza di costruzione e di una eleganza di architettura straordinaria, talché da lontano tu la prendi per una deliziosa villa. Essa fu ricostruita col disegno del valente architetto Giuliano di Baccio d’Agnolo. Nella volta della loggia sono dei bellissimi stucchi antichi rappresentanti soggetti mitologici, stati gratuitamente restaurati in questo stesso anno dal valente artista Michele Piovani.”
Di fronte Villa Stibbert.


“Villa Stibbert. Più che villa si potrebbe dire addirittura un museo e non solo un museo, ma uno splendidissimo, un meraviglioso museo, quale difficilmente potrebbesi trovare altrove. La villa Stibbert, che è di una grandezza infinita, fu costruita in gran parte di sana pianta; nel resto sopra a diverse antiche ville ed a case coloniche che sorgevano lungo la Via di Montughi. La prima parte dell’edifizio, quella che prospetta Firenze, occupa il luogo di una villa che per lo addietro era stata Bombicci, Mezzeri ecc., e che in antico era il Palagio dei Davanzati, uno dei tanti possessi che questa storica famiglia aveva fin da un’epoca remota sul colle di Montughi. Ora questa villa che era ridotta ad uno stato affatto moderno, è stata nuovamente trasformata in un edifizio del trecento, in una di quelle maestose e severe case merlate che sorgevano allora nelle adiacenze di Firenze. La trasformazione è stata così completa, così accurata, che il visitatore si accorgerebbe difficilmente di essere in un edifizio rifatto di sana pianta. Tutto è in ar monia collo stile gotico-toscano del palazzo : le scale, le logge, i lunghi finestroni a cristalli rotondi, le pitture delle volte, gli stemmi scolpiti nella pietra o dipinti negli archetti del ballatojo merlato. Nell’interno della villa è stato fatto un salone o per dir meglio una galleria dove si trovano quadri di merito infinito, sculture, bronzi, una superba collezione di stoffe antiche di straodinaria importanza ecc. Accanto a questo è un altro grandioso edifizio, dello stesso stile severo e maestoso, un altro immenso salone destinato ad uso d’armeria, ma un’ armeria così numerosa, così scelta, così variata, da doverla considerare come una delle più importanti d’Italia. Il Cav. Federigo Stibbert, il proprietario e fondatore di questo splendido museo di Montughi, è autore di un’opera lodatissima sulle armi antiche ed è naturale che egli abbia saputo raccoglier qui ciò che poteva costituire la collezione più completa dal lato della storia come da quello dell’arte.

Via Vittorio Emanuele – Montughi (parte seconda)

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