Torre Civette e foce del torrente Alma (da Google Earth)

Pian d’Alma è oggi una frazione situata in prossimità della foce del torrente Alma, celebre per il bel mare e per la vicinanza a spiagge famose come Cala Violina e Cala Martina. Ma un tempo fu celebre anche per il suo porto, Alma Positio in epoca romana e Scalo di Alma nel medioevo, situato sul litorale sotto la Torre Civette presso la foce dell’omonimo emissario dello stagno di Alma, un tempo assai più vasto dell’attuale padule e sicuramente accessibile dal mare.

Scrive Repetti:

ALMA nel litorale di Castiglion della Pescaja. Casale sui poggi che fiancheggiano a levante il Pian d’Alma lungo il torrente omonimo presso la torre e lo scalo delle Civette […]  Vi ebbero giurisdizione i vescovi di Roselle, e i conti della Gherardesca. Nel 1118 uno di quei prelati rinunziò le rendite della villa di Alma ai monaci di S. Bartolommeo a Sestigna, mentre il conte Ugo del fu conte Ranieri con Ermengarda sua moglie sino dal 1075 aveva venduto per soldi 1040 a terza persona la metà del castello col distretto e porto di Alma confinante col territorio di Scarlino compresovi la metà dei terreni a partire dalla foce di Alma, dallo Stagno contiguo al mare fino al capo del monte di S. Quirico (forse il capo della Troja), indi inoltrandosi alle serre dirimpetto settentrionale e di là verso oriente e ostro per l’istesse serre che dividevano la corte di Alma dai Longobardi di Buriano continuando fino al mare. Da simile descrizione pertanto risulta che il distretto e paese di Alma giaceva nei monti di Tirli fra il torrente Alma e l’eremo di S. Guglielmo; ed è forse quel Castellare designato nella carta geometrica del P. Inghirami col nome di Cast. Maus.

Particolare della Carta Geometrica della Toscana (1830) *

Dunque Civette sarebbe stato il porto dell’insediamento di Alma, che si trovava presso Tirli sui colli del Castiglionese, identificabile forse con quel castello che nella Carta Geometrica della Toscana (1830) del padre scolopio Giovanni Inghirami è indicata come Cast. Maus. Lo scalo di Alma, trovandosi in prossimità di importanti rotte locali fra Elba, isole dell’arcipelago e località costiere, fu utilizzato in epoca romana, servendo da sicuro rifugio per navi onerarie e per convogli militari.

Nave oneraria romana

Durante il periodo tardo imperiale, caratterizzato dalle invasioni barbariche e dalle incursioni dei pirati saraceni, la marina di Alma fu progressivamente abbandonata. La troviamo nuovamente menzionata in un atto del 1129, quando da tempo anche le coste della bassa Toscana erano sotto il controllo di Pisa.

Il porto venne riadattato e sullo stagno che fungeva da darsena venne anche costruito un pontile per facilitare le operazioni di carico e scarico delle merci, essenzialmente costituite da cereali, carbone vegetale e legna da ardere prodotte nel territorio circostante, attività che si protrasse fino ai primi anni del Novecento.

Punta Ala, a nord si intravede lo stagno d’Alma (Innocenzio Fazzi seconda metà XVIII secolo)

Nel corso del Cinquecento sulla collinetta alta una cinquantina di metri sovrastante il mare e il tratto finale del torrente Alma, al posto di una preesistente fortificazione medievale, fu costruita la Torre delle Civette che da allora dette il nome al porto sottostante.

Bibliografia: Adriano Betti Carboncini, Porti della Toscana, Calosci 2002

* Cartografia ricavata dal sito: http://viaggionelweb.issp.po.it/home.htm

Vai a: Galleria immagini dei luoghi dove sorgeva l’antico porto d’Alma

Altri articoli sulla Maremma