di Michele Zazzi

La cd Tanella di Pitagora è ubicata a breve distanza dalle mura di Cortona in località Maesta del Sasso, a metà strada tra Camucia e Cortona. Il nome deriva dalla confusione fatta in passato tra Cortona e Crotone la patria del filosofo Pitagora, ritenendo che il monumento fosse la casa in cui viveva.
Non sappiamo quando la tomba fu scoperta ma il primo a dare notizia del monumento fu Giorgio Vasari che ebbe modo di vederlo nel 1566. Nel XVII secolo fu chiarito che la costruzione non aveva relazione con Pitagora e che si trattava piuttosto di una tomba. Nel XIX secolo si ha notizia delle condizioni di precaria conservazione della tomba (nel 1808 il sepolcro fu danneggiato dalle truppe napoleoniche durante il passaggio dal territorio cortonese) e del ritrovamento di un cippo funerario formato da un parallelepipedo sormontato da una sfera, del coperchio inscritto di un’urna cineraria e di frammenti di vasi assai rozzi (olle?). Tra il 1918 ed il 1924 vi fu un significativo restauro della tomba. Nel 1929 il monumento fu donato dalla contessa Maria Laparelli Pitti (proprietaria del terreno su cui il monumento insisteva) all’Accademia Etrusca a cui tutt’oggi appartiene.
Si tratta di una tomba in pietra arenaria a camera costruita sopra un basamento e provvista di un tamburo circolare con copertura a botte.
La porta della tomba era chiusa a due battenti. Attraverso un breve dromos a pianta trapezoidale si accedeva alla camera funeraria interna (m 2,60 x 2,05), munita di nicchie sui lati e sul fondo per la deposizione delle urne funerarie. Sulla parete destra vi sono tre nicchie; sulla sinistra, conservata solo per l’altezza di un filare, è visibile una sola nicchia; sulla parete di fondo le nicchie sono sovrapposte è quella più in alto ha dimensioni maggiori ed è arrotondata in corrispondenza con la parte superiore della tomba. Può darsi che quest’ultima ospitasse le ceneri del capostipite.
La copertura del vano era realizzata a volta con cinque monoliti di pietra (oggi ne restano tre) e da due lunette poste sui lati brevi.
La parte superiore del monumento era ricoperta da un tumulo di terra con segnacolo.
Dall’area della tomba proviene il coperchio di un’urna iscritta “v: cusu: cr: l: apa petrual: clan”. La tomba apparteneva quindi alla famiglia Cusu che risulta coinvolta anche nella transazione avente ad oggetto terreni di cui alla Tabula Cortonensis. Si tratta di una gens aristocratica più volte attestata nel territorio cortonese.

La tomba è databile al II secolo a.C.
Nel 1951 nei pressi della Tanella di Pitagora venne alla luce un’altra tomba denominata Tanella Angori (databile al II secolo a.C.) dal nome del proprietario del terreno in cui fu rinvenuta e per analogia con la Tanella di Pitagora. Di questo sepolcro restava visibile solo il basamento circolare formato di grandi lastre di arenaria. Per quanto è stato possibile ricostruire il monumento aveva un tamburo esterno ed una camera funeraria interna rettangolare con due bracci perpendicolari. La copertura doveva essere a botte e probabilmente la tomba era sormontata da un tumulo. Dall’area della tomba più recentemente è stata recuperata una lastra in arenaria inscritta “larth : kusu : markeal”. Anche questo sepolcro quindi è riferibile alla famiglia Cusu.

Il modello architettonico delle tanelle si ritrova anche a Chiusi e Perugia.
Indicazioni bibliografiche:
Sulla tanella di Pitagora cfr., tra l’altro, Paolo Bruschetti, Paola Zamarchi Grassi, Cortona Etrusca Esempi di Architettura Funeraria, Calosci, 1999, pagg. 69 e ss.; Mauro Menichetti, Le nuove tombe monumentali in MAEC Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona Il Museo della Città Etrusca e Romana di Cortona Catalogo delle Collezioni a cura di Simona Fortunelli, Edizioni Polistampa, 2005, pagg 357 – 359; informazioni sulla tomba contenute nel sito Facebook MAEC Cortona
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