di Michele Zazzi

Il Lago degli Idoli (1380 m s.l.m.) è situato in località Ciliegeta nel territorio del comune di Stia (AR) a sud della cima del Monte Falterona ed a poche centinaia di metri dalle sorgenti dell’Arno.
Il Lago era denominato della Ciliegeta e fu ribattezzato Cava o Lago degli Idoli a seguito del ritrovamento nelle sue acque di una importante stipe votiva etrusca.
Nel maggio 1838 una pastorella trovò sulle sponde del bacino lacustre un‘oggetto metallico che risultò essere un bronzetto di circa 20 cm raffigurante una figura maschile con pelle di leone. Fu costituita una società da parte dei proprietari dei fondi locali per compiere ricerche sul posto. Solo il primo giorno di scavo (forse il 6 giugno) a poca profondità sulle sponde del lago furono ritrovati 200 bronzetti.

Considerati i risultati fu deciso di prosciugare del tutto il lago per esplorarne anche la parte interna. All’esito delle ricerche, per quanto risulta dalle fonti che si sono occupate dei ritrovamenti, emersero circa 650 pezzi. Il lago restituì circa 600 bronzetti tra figure umane intere, mezzi busti e parti anatomiche (teste, mani, braccia, gambe. piedi, mammelle, occhi); bronzetti con figure animali (buoi, capre, pecore e cavalli); catene; fibule; un frammento di candelabro in bronzo; circa 1000 pezzi in rame ed in bronzo, aes rude; qualche aes signatum; una moneta (romana) con Giano ed un tempio; circa 2000 punte di freccia; pezzi di aste, coltelli e spade in ferro; frammenti di ceramica rozza e fine e qualche vaso intero. George Dennis, che ebbe modo di vedere i reperti, riferisce che i bronzetti rappresentavano figure umane, maschili e femminili, e divine, variavano in altezza tra i 5 e i 43 cm, che la maggior parte erano di fattura piuttosto rozza ma che alcuni erano di notevole livello: la figura di un guerriero con elmo corazza e scudo interpretato come Marte, un bronzetto maschile con pelle di leone sulle spalle (Ercole), una rappresentazione di Diana.
Non furono trovate iscrizioni.
All’interno del lago si rinvennero anche tronchi di abete e faggio accatastati. Nelle immediate vicinanze non sono emersi resti di un eventuale edificio sacro o di un tempio.

All’epoca il Granducato di Toscana non aveva diritti sui reperti del sottosuolo.
Il Direttore delle Regie Gallerie di Firenze interpellato per iscritto dai ritrovatori non manifestò interesse all’acquisto dei reperti ed anzi ne autorizzò la vendita a terzi (in data 20 marzo 1840).
I bronzetti furono acquistati da collezionisti privati e da musei quali il British Museum, il Museo del Louvre, il Museo di Arte e Storia di Ginevra, L’Hermitage di Pietroburgo, la National Gallery di Baltimora.
Nel 1972 e poi nel 2003 e nel 2004 – 2006 si sono svolte ulteriori campagne di scavo. Le più recenti indagini in particolare sono state effettuate dal Gruppo Archeologico Casentinese sotto la Direzione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana ed hanno portato alla luce altri reperti tra cui circa 150 bronzetti a figura umana ed animale. Sono stati trovati anche gioelli in pasta vitrea e laminette auree. Gli oggetti rinvenuti nelle ultime campagne sono conservati al Museo Archeologico del Casentino Piero Albertoni di Bibbiena.
I reperti ritrovati sul sito lacustre sono databili tra il VI ed il III secolo a.C. La maggioranza degli studiosi propendono per l’origine etrusca degli ex voto ritrovati presso il lago degli idoli e per la notevole pluralità dei centri di produzione: accanto ai reperti locali sono stati individuati oggetti provenienti dall’Etruria tirrenica e da quella padana.
Si ritiene che alle acque del lago fossero attribuite proprietà salutari e che i reperti fossero stati depositati dai fedeli nel lago per ringraziamento o a scopo propiziatorio (il primo sostenitore di tale tesi fu Emil Braun, allora segretario dell’Istituto Archeologico di Roma). Il mancato ritrovamento di strutture (rivestimenti architettonici, edificio sacro, tempio) porterebbe a ritenere che la sede della divinità fossero le acque stesse del lago. Per Il carattere sanificante delle acque deporrebbero i ritrovamenti di statuette di devoti e di raffigurazioni di parti separate del corpo umano (cd ex voto anatomici). Si è considerato anche che dal legno dei faggi, ritrovati in gran numero ammassati sul fondo del lago, si ricava il creosoto sostanza con proprietà antisettiche e balsamiche. Non abbiamo elementi che ci consentano di individuare la divinità cui era dedicato il luogo di culto.

Indicazioni bibliografiche
Sul lago degli Idoli cfr., tra l’altro, Alberto Maria Fortuna, Fabio Giovannoni, Il Lago degli Idoli Testimonianze Etrusche in Falterona, Firenze 1975; Lago degli Idoli in casentino.it; Francesco Trenti, Il lago degli Idoli La scoperta i reperti la storia, I Quaderni dell’Arca – Museo Archeologico del Casentino Piero Albertoni, 2022; George Dennis, Città e necropoli d’Etruria, Edizione Italiana a cura di Elisa Chiatti e Silvia Nerucci, Nuova Immagine, Volume secondo, 2015, pagg. 111 e ss.; Luca Fedeli, La stipe votiva del Lago degli Idoli in Etruschi nel tempo I ritrovamenti di Arezzo dal ‘500 ad oggi, luglio – dicembre 2001, Catalogo della Mostra, pagg. 89 e ss.

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