di Salvina Pizzuoli

La prospettiva di Fosdinovo è fra le più deliziose che presentino le vaghe colline formanti cornice al littorale di Sarzana, non escluse quelle che fanno corona al magnifico golfo di Luni […]. Il suo clima è temperato, l’aria è balsamica, i prodotti del suolo squisiti, la vegetazione vigorosa e variatissima, a partire dall’albero indigeno della montagna, il castagno, sino alle piante delicate dei giardini. Formano un magico contrasto con una variata e rigogliosa vegetazione le scoscese e nude cime del monte Sagro nel carrarese, le quali cime sovrastano dal lato di levante al paese di Fosdinovo
La bella descrizione si deve allo storico ottocentesco Emanuele Repetti che nel suo Dizionario raccoglie notizie storiche e geografiche di tutti i centri, grandi e piccoli, della terra toscana. Oltre alla descrizione relativa alla magnifica posizione geografica, che fa di Fosdinovo un piccolo borgo medievale incastonato nel verde delle colline che si aprono a ventaglio alle sue spalle, in uno scenario sovrastato dietro ad esse dalle poderose e grigie cime delle Alpi Apuane addolcito dalla prospettiva marina che gli si apre dinnanzi, non manacano le notizie storiche che riguardano il poderoso maniero che si erge maestoso su un costone di roccia.




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Il piccolo borgo infatti oltre alla magnificenza paesaggistica vanta un grande castello situato in posizione strategica tale da poter dominare e scrutare eventuali attacchi provenienti e dal mare e dalla piana e sulla via Francegena, la via maestra, la grande autostrada medievale. Non lontano scorre sonnolento il fiume Magra che si offre allo sguardo del visitatore con tutta la sua ampia foce.
Anche del castello lo storico sa offrici in poche pagine la storia e la famiglia che ne fu dal XIV secolo proprietaria, come documenta nel 1340 l’atto formale di cessione delle terre e delle giurisdizioni da parte dei nobili di Fosdinovo a Spinetta Malaspina, e che fino ad oggi, tra alterne vicende, ne conserva la proprietà. Da allora ad oggi il castello ha subito vari rimaneggiamenti e soprattutto i restauri dovuti alle distruzioni avvenute durante il secondo conflitto mondiale che vide tra il 1960 e il 1965 il marchese Carlo Filippo riportare il castello all’antica fattura ricostruendone le parti mancanti e riducendo gli interventi neogotici dovuti ad Alfonso Malaspina. Lo stile neogotico era proprio quello che dominava il periodo e vide il castello dotarsi di merli e all’interno degli affreschi che ancora oggi possiamo ammirare, opera di Gaetano Bianchi (1819 – 1892).







Il castello oggi si presenta con una pianta quadrangolare, quattro torri tonde, un bastione semicircolare, due cortili interni, loggiati, camminamenti di ronda e giardini. La porta di accesso era anticamente preceduta da un ponte levatoio, oltre la quale un piccolo cortile duecentesco dove una colonna marmorea sostiene i loggiati superiori.
Alcuni dei locali interni







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