di Salvina Pizzuoli

Dopo Vendoso torniamo sulla Statale 63 per riprendere il nostro itinerario che ci porterà al Passo del Cerreto: il suo nome presumibilmente si lega al Cerro e alla presenza di questa specie arborea in prossimità.

La strada sale lentamente con ampi tornanti: è una striscia scura tra due ali di verde intenso; il bosco domina la salita con scorci che si aprono a mostrare le grigie guglie delle splendide Apuane. Sono pochi i chilometri da Vendoso al Passo che si apre improvvisamente davanti al visitatore al centro di una cortina di monti tra guglie di roccia viva, ampie radure erbose e boschi intensi. Il paesaggio si mostra con caratteristiche che richiamano quello alpino. In effetti il Passo è ad oltre 1200 metri di altitudine e le guglie intorno sfiorano e superano i 2000 metri.

La bellezza del panorama è mozzafiato!

Ci fermiamo un po’ a scoprirne il nome e le cime consultando le molte mappe che lo illustrano. Siamo nel bel mezzo di un Parco, quello dell’Appennino tosco emiliano poco distante da quello regionale delle Apuane.

A documentare tanta bellezza le molte foto che abbiamo scattato e che non sempre rendono al meglio ciò che l’occhio umano riesce a cogliere. Dalle cime così elevate, nelle giornate limpide, si scorre con lo sguardo fino al mare e dall’altra alla catena delle Alpi

Davanti a noi, ora, qui al passo, l’Alpe di Succiso con le sorgenti del Secchia, il monte Casarola, e girando in circolo, in località Cerreto laghi, il Monte La Nuda e i laghi che accoglie in basso, non uniche e suggestive acque: rii, canali, torrenti, un notevole bacino idrografico in una natura lussureggiante.

Dedicheremo le nostre escursioni ai laghi e al passo dell’Ospedalaccio che deve il suo nome ad uno spitale che in tempi lontani, nel periodo medievale, accoglieva i viandanti.

Il primo, il più facile da raggiungere su una strada carrozzabile è quello nel centro di Cerreto Laghi, da lì una funivia ci porterà  su La Nuda da cui ammirare il paesaggio sottostante.

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