di Salvina Pizzuoli

Ci stiamo dirigendo verso Radicofani il cui imponente torrione domina l’abitato e come un faro guida il viaggiatore lungo un paesaggio assai particolare, come è quello delle crete senesi. Proveniamo da Chiusi e superato Sarteano si è aperto alla nostra vista un ampio spettacolo: se come un faro il torrione svetta sul colle, più indietro anche il cono dell’Amiata, antico vulcano spento, fa da sfondo e da guida nell’ampio panorama; più in basso Abbadia San Salvatore rosseggia con i suoi tetti, ma tutto quanto è davanti a noi è punteggiato da borghi grandi e piccoli, adagiati su cucuzzoli tondeggianti.

Più in basso stradette bianche serpeggiano nelle conche delle valli create da fiumi il cui nome non è certo sconosciuto, Orcia, Paglia, Ombrone, soprattutto ai pellegrini che percorrono questo territorio e qualcuna di quelle vie biancheggianti, di cui certo una appartiene alla via medievale più antica e oggi la più percorsa: la via Francigena.

Parcheggiamo nei giardini che dedicano all’eroe locale una statua: è Ghino di Tacco che si inserì intorno alla fine del 1300 nelle lotte tra il papato e Siena per il possesso del centro fortificato posto in posizione strategica a presidio della via Francigena, l’autostrada del medioevo. Ribelle ghibellino, le cui imprese vengono raccontate dal Boccaccio e viene ricordato nei versi della Commedia dantesca (Purgatorio VI 13-15 nel girone degli uccisi da morte violenta), si impossessò della rocca comportandosi da ladro gentiluomo.

L’abitato ha tutte le caratteristiche di un borgo medievale. Il primo palazzo che incontriamo è il Palazzo Pretorio riconoscibile dagli stemmi in pietra tra questi la bandana senese, comune a cui si sottomise nel 1405.
Proseguiamo lungo la strada principale tra caseggiati in conci di pietra locale. A sinistra incontriamo la chiesa di Sant’Agata patrona del borgo. La semplice facciata gotica conserva visibili tracce accanto al portone d’ingresso di due archi a sesto acuto successivamente tamponati. All’interno domina la bella pala di Andrea della Robbia che raffigura nella tipica ceramica invetriata la Madonna col Bambino incoronata da due angeli e quattro Santi: San Francesco, Santa Margherita, Santa Cristina e San Lorenzo; il fregio è adornato da cherubini e le due lesene laterali con i sovrastanti capitelli, con festoni di frutta colorati. A destra il grande Cristo in croce del XVI secolo.





Poco più avanti, a destra, si apre uno slargo e su una breve ma ampia scalinata la bella facciata della chiesa di San Pietro del XIII secolo. In alto sopra il portale principale una bifora e a sinistra il campanile di forma quadrangolare. All’interno opere della scuola di Andrea della Robbia: a destra dell’ingresso in una nicchia la statua in terracotta invetriata l’Annunciata. Sull’altare maggiore Crocifiso con la Maddalena attribuita a Benedetto e Santi Buglioni. A destra dell’altare maggiore Madonna col Bambino con Sant’Antonio abate e Giovanni Battista. A sinistra Madonna col Bambino e i santi Michele e Caterina d’Alessandria.




Al termine della strada principale una Porta a destra della quale si scende verso la Fontana medicea di fronte alla quale un antico palazzo di Posta: nato come casa di caccia di Ferdinando I Medici, fu poi trasformata in Casa-Dogana lungo la Cassia. Una curiosità: nomi illustri hanno trovato soggiorno in questa bella villa medicea, ai tempi, con il suo doppio ordine di logge, tra i quali Montaigne, Chateaubriand e Dickens.



Risaliamo e riprendiamo la strada principale per goderci le prelibatezze del luogo: decidiamo di fermarci alla Bottega del Chiu che merita sicuramente una sosta.
Durante i nostri sopralluoghi usiamo citare il locale in cui ci siamo fermati se l’accoglienza e i piatti ci hanno particolarmente colpito. Beh, questo è uno di quei casi.
Cominciamo dall’ambiente gradevole e particolare e nell’arredamento e nella struttura articolata su due piani. La proprietaria gentilissima ci ha accolto proponendoci, così nell’attesa prima di cominciare, un assaggio di pane e olio: il loro pane di farine antiche e lievitato con lievito madre, una rarità, e l’olio quello di Radicofani davvero speciale. E poi continuando, ottimo il vino sfuso, ottimi i pici in un sugo all’aglione, delicato e saporito, e ancora l’agnello a scottadito e le polpettine di pane in un sugo all’aglione.
Un grazie ai proprietari. Torneremo!







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