tratto da Guido Carocci, Firenze scomparsa, ricordi storico artistici, Firenze 1897

Via Martelli in una cartolina dei primi del Novecento

“L’allargamento della via de’ Martelli era necessario per stabilire una comunicazione più comoda fra la Piazza del Duomo e la Via Cavour, già via Larga, giacchè quella strada rimasta nelle sue proporzioni originarie era angustissima ed incomoda. In origine era un borgo posto fuori del cerchio delle mura e siccome s’erano in questo luogo stabiliti colle loro officine i fabbricanti di spade e di altre armi da taglio, il borgo si chiamò degli Spadai ed il nome stesso ebbe una porta secondaria, o postierla, che in tempo di pace stava aperta per mettere in diretta comunicazione il subborgo colla città.

Stemma dell’arte dei corazzai e spadai

Distrutte le vecchie mura ed estesa più oltre la città, il borgo divenne Via degli Spadai, nome che si cambiò in quello di Via de’ Martelli, quando sulle antiche ed umili casette degli armaioli sorsero i palazzi e le case di quella cospicua famiglia originaria del Mugello.


Molte furono in questa strada le case de’ Martelli erette dai due lati; ma le più importantì e più grandiose furono quelle dal lato di ponente, ed una di esse che porta il Nº 9 e che ha sulla porta il busto marmoreo di Cosimo I, servì di dimora per lunghi anni al ramo principale di questa famiglia. Ed anzi, ai ricordi di questo edifizio si collegano quelli di uno dei nostri più sommi artisti, quegli che al risorgimento della scultura fiorentina portò nel xv secolo il contributo maggiore: Donatello; il quale ne’ primi anni della sua vita d’artista ebbe da’ Martelli la protezione e l’incoraggiamento maggiori, che per loro eseguì opere stupende, che trovò in Roberto un amico fedele ed affezionato. In casa Martelli, Donatello aveva nel 1462 una sua bottega, ed in questa stessa casa stettero lungamente, prima di esser trasportate nel palazzo di Via della Forca, quattro opere dell’insigne maestro (San Giovanni Battista, David, San Giovannino, Stemma dei Martelli).

Donatello, stemma dei Martelli

Altre case de’ Martelli vennero incorporate nel 1580 insieme ad alcune dei Ciampelli nel vicino convento di S. Giovanni Evangelista che Bartolommeo Ammannati riedificò per i Gesuiti ai quali era stata ceduta l’antica chiesa tre anni prima. La facciata di questo convento, dove nel 1775 furono trasferiti i Padri Scolopi, non ha importanza artistica; ma di fianco alla porta l’intelligente non può a meno d’ammirare il superbo bassorilievo marmoreo, raffigurante la Vergine col bambino Gesù, opera che ricorda la maniera di Desiderio da Settignano. Lungo questo stesso lato della via, le varie case portano il noto stemma dell’Arte dei Mercatanti. Erano difatti poste sotto l’amministrazione dei Consoli di quell’arte ai quali era affidata la custodia dei beni del più antico spedale di Firenze, lo Spedale di S. Giovanni Battista che sorgeva appunto fra la Piazza di S. Giovanni e la Via de’ Martelli. Alla soppressione dello Spedale, avvenuta in antico, i beni di esso furono assegnati alla chiesa di S. Giovanni, sempre sotto la diretta tutela de’ Consoli di quell’arte.

Ex palazzo Martelli oddi sede del Liceo Classico Galileo, accanto la chiesa di San Giovannino degli Scolopi

Il palazzo, oggi Modigliani, faceva parte del patrimonio della Chiesa di S. Giovanni. Dall’opposto lato della strada erano palazzetti e case che ebbero la parte anteriore demolita allorchè si accrebbe la larghezza della strada. Architettonicamente più importante degli altri era il palazzetto che faceva angolo colla Piazza del Duomo, adorno di decorazioni di pietra di elegante stile del XVII secolo. Era stato edificato dai Martelli sopra varie casette e da’ Martelli era passato in possesso dei Narvaez y Saavedra, una delle famiglie spagnole che erano venute a Firenze con Eleonora di Toledo. Le altre case erano appartenute in antico ai Lorini che estendevano i loro possessi in Piazza del Duomo e nella Via del Cocomero, oggi Ricasoli, ai Medici, agl’Infangati, ai Cini, agli Ubaldini, ai Biffi. Da questi Biffi, che in origine erano velettai bergamaschi, s’intitolò la strada che và da Via de’ Martelli a Via Ricasoli e che in antico si chiamava Malborghetto.”

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