di Guglielmo Evangelista

Questo ufficiale porta l’uniforme di Capitano di fregata della Marina toscana. Pur non avendone l’assoluta certezza, dovrebbe trattarsi di Carlo Martellini

Il livornese Carlo Martellini si arruolò nella piccolissima marina toscana nel 1819 in qualità di Pilota, una particolare categoria intermedia composta da marinai in possesso di una buona istruzione  e trampolino di lancio per diventare ufficiali dello Stato Maggiore(1).
Progredì infatti nella carriera: nel 1831 lo troviamo Guardiamarina, nel 1840 Alfiere di fregata e nel 1847 Tenente di fregata (2).
In realtà il suo servizio fu discontinuo perché  lasciò temporaneamente la marina militare, forse volendo migliorare le propria esperienza perché in quella Toscana si navigava e si guadagnava poco.
Essendo in possesso della patente di capitano poté assumere il comando del piroscafo Lombardo: era la stessa nave che vent’anni più tardi avrebbe partecipato alla spedizione dei Mille di Garibaldi ed era stata costruita a Venezia ma registrata a Livorno per ragioni fiscali (3). Come era uso conservò il suo grado militare anche se non più effettivo ma a titolo onorario.

Il piroscafo “Lombardo”
Orario dei viaggi del Lombardo nel febbraio 1842

Dopo aver navigato qualche anno nel Mediterraneo chiese di essere riammesso in Marina ed ebbe   presto il comando del Giglio. Era un incarico prestigioso perché la nave, pur di risibile valore bellico, era l’unica ma modernissima unità a vapore della piccola flotta militare, che veniva usata per il servizio postale e serviva  anche al Granduca e alla corte per gli spostamenti via mare.
Tuttavia poco dopo avvenne uno spiacevole incidente. Nel 1847 il Granduca Leopoldo II si doveva recare a Genova, naturalmente imbarcando sul Giglio, ma ordinò che Carlo Martellini venisse sbarcato e al suo posto il comando della nave venisse affidato al Capitano di fregata Carlo Bargagli, all’epoca  Comandante in capo della Marina militare e Capitano del porto di Livorno.

E’ facile immaginare quanto Martellini ne sia rimasto addolorato e indispettito, tanto che dette nuovamente le dimissioni.

Il piroscafo Giglio

A onor del vero va notato, a discarico della decisione del Granduca, che il Bargagli era un ufficiale di diverso calibro: aveva frequentato la durissima Scuola di Marina di Genova, aveva servito nel Regno di Sardegna fino al 1839 e nel 1825 aveva anche combattuto a Tripoli per i Savoia. E’ quindi probabile che il sovrano abbia desiderato avere al suo fianco una persona che fosse sia di grado più elevato sia già conosciuta negli ambienti genovesi.

Quando nel 1849 Carlo Bargagli dette le dimissioni, forse a causa del suo discusso coinvolgimento nel burrascoso periodo del 1848-49 in cui era rimasto al suo posto durante il governo costituzionale, pur con poco entusiasmo, Martellini fu richiamato, riebbe il comando del Giglio e si distinse,  meritandosi l’elogio del Ministro della guerra, conducendolo all’isola di  Montecristo con  a bordo un distaccamento di soldati del 4° Reggimento Cacciatori mandato a catturare tre pirati.

Sintesi dell’ “Operazione Montecristo”

Con la riforma della marina del 1858 e il riassetto delle carriere fu promosso Capitano di fregata, il grado apicale che assommava l’incarico di Comandante della marina a quello di Capitano del porto. I suoi quarant’anni passati per mare ebbero finalmente la loro  ricompensa.
Nel 1858 fu decorato dal Papa con una medaglia di benemerenza per il soccorso prestato alla nave pontificia Ida incendiatasi nel porto di Livorno e l’anno successivo fu nominato Cavaliere dell’Ordine di Francesco Giuseppe per il soccorso al brigantino austriaco Maria Teresa.

In veste di Comandante della marina Carlo Martellini  ne avviò  un certo potenziamento  facendo iniziare a Livorno la costruzione di nuove navi che, anche se in un primo tempo inalberarono ancora la bandiera toscana, erano destinate a confluire nella  flotta piemontese (4).
Infatti  arrivò  l’aprile 1859 e a Firenze, partito il Granduca, fu proclamato il Governo Provvisorio il cui scopo finale era sostanzialmente quello di allinearsi alle istituzioni e alle leggi del Regno di Sardegna per poi unire la Toscana al Piemonte.
Carlo Martellini rimase al suo posto gestendo quel momento delicato e confuso di passaggio di poteri fino a che arrivò da Genova il Capitano di vascello Ulisse Isola, designato comandante pro-tempore della marina – tra l’altro notevolmente incrementata anche negli organici – fino all’annessione al Regno di Sardegna.

Il  Martellini, tra l’altro ormai piuttosto anziano, fu messo in disponibilità con decorrenza dal il 2 maggio 1859 con il grado di Capitano di corvetta della marina sardo-italiana.
Probabilmente mancò presto perché successivamente il suo nome non si rintraccia nei ruoli del personale in servizio e in congedo.

La corvetta Magenta impostata a Livorno nel 1859

NOTE

  1. Secondo l’uso di tutte le marine del passato, i piloti si occupavano della navigazione e delle manovre, mentre gli ufficiali di Stato Maggiore avevano il comando della nave e dirigevano le operazioni belliche.
  2. Le denominazioni di grado avevano significati diversi da quelli attuali  (che poi sono quelli già in uso nel Regno di Sardegna) e in Toscana avevano una valenza superiore di quanto possa fare intuire il semplice nome di Guardiamarina o Tenente.
  3. Per una curiosa coincidenza, se Martellini fu il primo comandante del Lombardo, lo fu anche l’ultimo, cioè  Giuseppe Deista anche lui proveniente dalla ex marina toscana. La nave si incagliò e affondò  nel 1864 presso le isole Tremiti e per questo incidente il Deista fu “punito” restando con il grado di Tenente di vascello per ben trent’anni, fino alla pensione.
  4. Le cannoniere Ardita e Veloce e la corvetta Magenta.

BIBLIOGRAFIA

“Almanacco Toscano” Stamperia Granducale, Firenze anni vari
“Annuario militare ufficiale della Toscana” Antonio Canale, Firenze 1860
“Foglio commerciale ed industriale” Milano 1842
Guglielmo Evangelista: “La Marina militare toscana nel Risorgimento” In “Ocean4future” Luglio 2021
Guglielmo Evangelista: “Le navi del Granduca” Antares, Cremona 2023
“L’Araldo giornale militare politico scientifico letterario” Napoli 26 giugno 1849
“Miscellanea del giorno”. Pagnerre Parigi 1847

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