Quivi era l’Aretin che dalle braccia
Fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte
(Purgatorio VI 13-15)


Domina l’abitato e tutto il paesaggio circostante regalando al visitatore dall’alto del suo torrione una visuale che abbraccia e mare e monte e offre una suggestiva vista dei tetti grigi del borgo sottostante. La sua storia si lega negli anni alla fine del XIII secolo a quella di Ghino di Tacco che lo occupò: è ricordato da Dante quale uccisore del giudice aretino Benincasa da Laterina e Boccaccio lo racconta come uomo fiero e assai famoso per le sue ruberie “ribellò Radicofani alla Chiesa di Roma, e in quel dimorando, chiunque per le circustanti parti passava rubar faceva a’ suoi masnadieri”, ma prodigo con gli indigenti e fu riabilitato dall’abate di Cluny, suo prigioniero, ma poi guarito e liberato, gli fece riacquistare i suoi averi. Se il Boccaccio fa concludere bene la vicenda, un’altra leggenda, delle tante che circondarono il personaggio, lo vede invece morire assassinato.
Se la vita dell’eroe fu travagliata non da meno la storia del maniero.
Si fa risalire al IX secolo la prima costruzione che fu successivamente segnata da aspre contese tra lo Stato Pontificio e Siena che nel XV secolo opera le prime ristrutturazioni in modo da fortificarlo ulteriormente. Fu poi Cosimo I Medici a far costruire dall’architetto Baldassarre Lanci l’imponente fortezza di cui oggi il visitatore può ancora ammirare ciò che rimane dopo l’abbandono e il restauro successivo.
Dopo aver percorso l’ampio perimetro saliamo sulla torre visitabile fino alla terrazza merlata potendo anche soffermarsi nei vari piani a osservare le teche che raccolgono reperti e i cartelloni che ne raccontano le trasformazioni nel tempo mentre I reperti archeologici del museo provengono da insediamenti sull’altura di Radicofani dall’Età etrusca fino al Cinquecento.
Le possenti strutture e la pietra grigia di cui si compone conferiscono a tutto il complesso, con i suoi cinque bastioni, le sue mura fortificate, i suoi cunicoli e soprattutto la torre che fa da maschio, una forte suggestione di forza e potenza, così com’è sospeso e troneggiante tra il verde dei prati alla base e l’azzurro, oggi luminoso, del cielo.







Cliccare sulle immagini per ingrandirle
Articoli correlati: