di Salvina Pizzuoli

Quel s’attuffo, e tornò su col volto;
      Ma i demon, che del ponte avean coperchio,
      Gridar: Qui non à luogo il Santo Volto;
Qui si nuota altrimenti, che nel Serchio:

(Inferno, canto 21°, vv 46 -49)

Siamo a Lucca nella piazza che ospita il Duomo. L’occasione non è solo legata a visitare questa storica chiesa ma alla statua lignea del Volto Santo che in questo settembre ha ripreso, dopo un restauro durato tre anni, il suo posto all’interno della sontuosa cattedrale.

 
È  la più antica scultura lignea monumentale dell’Occidente, databile tra la fine dell’VIII e l’inizio del IX secolo.


Il restauro realizzato dall’Opificio delle Pietre dure di Fiurenze, ha permesso non solo di stabilirne con precisione  la datazione all’anno 860, ma anche di verificare i materiali lignei che ne costituiscoono la fattura, noce castagno e abete bianco, la policromia e del Cristo i cui occhi in pasta vitrea danno l’impressione di seguire chi li guarda, e della Croce; in particolare di mettere in perfetta luce il nimbo che la circonda: il disco luminoso posto intorno a essa è costituito da 14 lastre d’argento sbalzato e cesellato, 384 gemme di pasta vitrea verde smeraldo e rosso rubino, un fiore a quattro petali d’argento e due gigli di rame dorato. Una crocifissione lignea con una sua storia così antica che si perde nella leggenda che la tramanda scolpita da Nicodemo che, aiutato da Giuseppe d’Arimatea, depose Gesù nel sepolcro, ma mentre il busto fu opera sua, la testa venne scolpita da un gruppo di angeli mentre dormiva. Fu durante il periodo delle persecuzioni che la scultura venne nascosta fino al momento in cui  il vescovo Gualfredo non decise di affidarne il destino alla provvidenza e,  posto  il Volto Santo su una nave, lasciò che fossero le onde a decretarne il futuro. La nave raggiunse il porto di Luni dove si recò il vescovo Giovanni di Lucca, avvisato in sonno da un angelo. Contesa dalle due città fu la scultura a decidere: posta su un carro trainato da buoi, questi si diressero senza esitazioni verso Lucca, prima nella chiesa di San Frediano e infine in cattedrale.

Oggi possiamo ammirarne il blu intenso della veste, particolare inedito nelle crocifissioni.
Si tratta del colobio la tunica senza maniche, o con maniche corte, usata dai primi monaci.

Coperta da un vetro protettivo purtroppo riflette le vetrate poste di fronte

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