di Salvina Pizzuoli

Meno conosciuto del Cerretano e del Pranda, anche il Padule merita una visita per il panorama in cui è incassato, il giro delle sue sponde, a mezza costa o lungo le rive, la presenza delle “ghiacciaie” e di un’antica strada lastricata, ne fanno una meta gradevole e un’escursione non difficile per tutti. Si legge lungo il percorso che il ghiaccio dell’ospedale di Fivizzano, per uso terapeutico, veniva proprio da queste ghiacciaie. Interessante la descrizione relativa alla formazione e alla conservazione del ghiaccio medesimo. Oggi è difficile individuarle proprio perché la costruzione di quella che prende il nome di pseudovolta è ormai crollata: la formazione del ghiacchio avveniva sbarrando le acque del fiume Rosaro con un argine di sassi, zolle erbose e terra. Con il freddo l’acqua stagnante si trasformava in ghiaccio che veniva spezzato in tanti blocchi e conservato appunto nelle ghiacciaie realizzate con muri a secco le cui pietre progressivamente aggettanti verso l’interno ne costituivano una pseudovolta.

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Un tratto dell’antica strada selciata in prossimità del lago Padule, subito sotto il passo del Cerreto

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