Quando a Firenze si producevano motori

di Alessandro Ferrini

Poco si sa di questa fabbrica metalmeccanica, fiore all’occhiello dell’industria nazionale attiva a Firenze.

Giovanni Muzzi, un abile maestro vetraio milanese, dopo aver lavorato nella vetreria artistica Altona di Savona, si trasferì a Firenze nel 1892 e dette vita a una piccola officina in via Boccaccio specializzata nella costruzione di stampi per vetro. Alla sua morte nel 1902 l’attività fu rilevata dai quattro figli che trasferirono il laboratorio in via Guglielmo Pepe.

Nel 1910 la società si sciolse, Angelo Muzzi continuò l’attività del padre mentre gli altri tre fratelli fondarono una nuova impresa, la F.lli Muzzi fu Giovanni, con sede negli ex locali delle Officine Galileo, alle Cure; lì progettarono e realizzarono il primo motore industriale a scoppio interamente di costruzione italiana.

Tornio per la rigatura delle canne dei fucili

Durante la prima guerra mondiale la fabbrica metalmeccanica dei F.lli Muzzi, che si era nel frattempo trasferita a Rifredi, al n. 7 di via Giuseppe Mazzoni, fu inserita fra le cosiddette fabbriche ausiliarie (ossia militarizzate), utilizzate per la costruzione di materiale militare e di armi. In particolare la Muzzi collaborò alla costruzione del celebre fucile ‘91, in dotazione ai soldati dell’esercito italiano.

Macchina per la messa a punta del fucile modello 1891

Alla fine della guerra fu costretta a riconvertirsi in industria civile e, assumendo il nuovo nome di “Fabbrica Italiana Motori Muzzi”, riprese la progettazione e la realizzazione di motori fissi per l’industria e locomobili; suo, tra l’altro, il motore automobilistico col nome “Italia”. In quegli stessi anni, in collaborazione con la “Costruzione Ferroviarie Meccaniche” di Arezzo, realizzò veicoli impiegati in agricoltura, del motore Labor e di altri di maggiore potenza che fornì alle Ferrovie dello Stato, oltre a parti di ricambio per locomotive. Contemporaneamente produsse anche elaborati artistici in ferro battuto su disegno di Bianca Scarpari moglie di uno dei proprietari (specialmente per la ditta Quentin)

Negli anni successivi la fabbrica fu assorbita dalla SIETTE, Società impianti elettrici telefonici telegrafici e costruzioni edili, nata nel 1931 a Sesto Fiorentino poi rilevata dalla Alcatel Italia spa nel 1992.

Infine una curiosità: la fabbrica Muzzi, o almeno la sua sirena è citata nel Metello di Vasco Pratolini “Suona la sirena della Muzzi, poi un’altra, poi quella della Galli”. Una dimostrazione indiretta di quanto la Firenze di quegli anni annoverasse diverse industrie importanti, per la maggior parte situate nella periferia ovest della città

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