Con la dicitura Monte Pisano s’intende il gruppo montano, propaggine meridionale delle Alpi Apuane, che si estende per circa 155 kmq a nord dell’Arno, tra la valle orientale del Serchio e il Val d’Arno inferiore, tra Lucca e Pisa, tanto che “i Pisan veder Lucca non ponno”, come scriveva il sommo padre Dante nel canto XXXIII dell’Inferno in cui domina la figura del conte Ugolino.

Spesso indicato con la forma plurale di Monti Pisani, in realtà è un acrocoro la cui cima più elevata tocca i 916 metri con il Monte Serra.

Se le pendici meridionali sono ricoperte da fitti oliveti e vigneti, quelle superiori lo sono da castagneti, pini, larici e, più in alto, pascoli erbosi: sorge in mezzo a due spaziose e ben coltivate pianure; in un’atmosfera tiepida e balsamica, può senza dubbio dichiararsi una delle più deliziose e delle più popolate montuosità dell‘ Italia (Repetti Dizionario).

Rocca della Verruca
Rocca della Verruca

A livello geologico, soprattutto la parte pedemontana sud-ovest, è costituita di rocce calcaree, con la conseguente formazione di cavità più o meno estese. Il termine che contraddistingue un particolare tipo di roccia, detta “Verrucana”, deriva il proprio nome proprio dal Monte della Verruca, alto 536 metri a 5 km a sud dalla sommità del Monte Serra, la cui cima conserva ancora i ruderi della rocca omonima e ricorda un pezzo importante della storia della zona caratterizzata dalle lotte tra Pisa Lucca e Firenze per il dominio sul territorio.

Antropizzato sin dalle epoche più lontane, ha visto la presenza etrusca e poi romana legata alla felice posizione tra vie fluviali navigabili e il mare nonché alla presenza di materie prime che l ambiente offriva: il legname e, dalla pietra calcarea, la calcina.

Un sistema collegato tra canali, fiumi, laghi e paludi semplificava gli spostamenti di persone e merci lungo il suo perimetro. Non va dimenticato che prima della bonifica il più grande lago della Toscana si stendeva ai suoi piedi: il lago di Bientina o di Sesto. La presenza inoltre di numerosi corsi d’acqua, brevi ma abbondanti, che dal Monte scendevano verso il mare, ha costituito una fondamentale risorsa che ha alimentato mulini e frantoi, ha permesso attività come la pesca e l’allevamento del bestiame oltre, e non per ultima, la nascita di stazioni termali conosciute fin dall’antichità (San Giuliano e Uliveto Terme).

I segni dell’incendio

Oggi conserva intatto il fascino di un territorio ameno, tra olivete fitte come boschi e castagneti, il cui microclima, determinato dalla presenza non lontana dal mare e dalla felice posizione, ne fanno da sempre una delle zone montane più amabili a livello climatico, come dimostra la presenza fortemente antropizzata e ricca di storia di cui ancora oggi possiamo conoscere ed ammirare le illustri vestigia, come ad esempio a Calci, a Buti, a Vicopisano, a Santa Maria del Giudice. Purtroppo un terribile incendio ne ha recentemente devastato il patrimonio boschivo di cui porta ancora evidenti segni che ne hanno minato la serena bellezza.

Articoli correlati:

Buti, sul Monte Pisano

La pieve di San Giovanni Battista a Santa Maria del Giudice

Vico Pisano: per le vie del borgo medievale

Galleria immagini: Vico Pisano: per le vie del borgo medievale

S. Jacopo a Lupeta

La pieve di Calci