
Affacciata sul mare, la Pieve a Elici, domina il paesaggio da un promontorio alla base occidentale del Monte Quiesa, sulla piana di Massarosa e sul lago di Massaciuccoli: “circa 4 miglia a grecale-levante di Viareggio […] mezzo miglio a maestrale dal borgo di Massarosa” scriveva il Repetti nel suo Dizionario storico geografico della Toscana.
Si impone allo sguardo del visitatore per il suo alto campanile appoggiato al lato esterno della navata di sinistra che si conclude con l’abside incorniciata al centro tra i muri delle due navate laterali.

Deve il suo nome alla presenza di molti “elici”, dal latino tardo ēlex ēlĭcis leccio, che in origine rivestivano i fianchi del promontorio e dei quali restano oggi i pochi esemplari sul sagrato.
Una semplice facciata di pietre bianche, un piccolo portale con un’ampia lunetta, una bifora nel timpano. Seduce con la sue lineari architetture.

Datata intorno tra il X e il XIII secolo porta i segni di vari rifacimenti. Dedicata in un primo momento a Sant’Ambrogio e a Giovanni Battista, prese successivamente il nome attuale di San Pantaleone a Elici. L’interno è diviso in tre navate da archi a tutto sesto poggianti su pilastri in calcare. Nella lunetta dell’abside la bella ancona marmorea del XV secolo che raffigura la Madonna in trono con il Bambino, San Pantaleone e il Battista ai lati; il trittico è attribuito ai Riccomanno, una famiglia di scultori e architetti di Pietrasanta.


Dal sagrato si offre alla vista del visitatore l’ampio panorama: il lago di Massaciuccoli e in lontananza l’orizzonte segnato dal mare. Sembra impossibile immaginare che la pieve affacciase direttamente sul mare e precisamente su un’ insenatura solcata da imbarcazioni da trasporto che in essa trovavano riparo e sulla quale vigilava l’alto campanile, allora torre d’avvistamento.
