
L’antica leggenda racconta che la contessa Ava, vedova di Ildebrando signore di Staggia, donna pia e caritatevole, impietositasi per la condizione dei pellegrini, che transitavano lungo la via Francigena nei pressi del piano paludoso che intorno all’anno Mille si stendeva tra Monteriggioni e la località successivamente detta Badia a Isola, costretti a salire fino alla cima del Monte Maggio per trovare un ricovero nel suo castello, decise di costruire, insieme ai figli Tegrimo e Berizio, un’abbazia con ospitale alla base orientale del Monte Maggio. Il monastero venne fondato e sostenuto da una ricca dote di beni nell’anno 1001, come da documentazione conservata nell’Archivio di Stato di Siena.
Ma il territorio non era da sempre stato invaso dalle acque rendendolo paludoso. Gli archeologi hanno infatti rinvenuto molte tombe risalenti al periodo etrusco in quello che viene indicato con il nome di Piano del Casone nei pressi di Badia a Isola, una necropoli conosciuta già nel 1600 e che è stata oggetto di studi anche in anni successivi e recenti.
Ma torniamo alla storia della Badia.
Dopo la fondazione del cenobio, un secolo e mezzo dopo, venne edificata, su una preesistente, la chiesa dei santi Salvatore e Cirino, in loco quod dicitur Insula prope Burgo Novo iuxta lacum, località citata nell’itinerario di Sigerico, di cui possiamo ammirare la composizione architettonica legata a dettami romanici con varie influenze che gli studiosi ritengono frutto proprio della presenza della “strada”, crogiolo di culture, e che diventeranno anche un modello per altre architetture del territorio sia senese che volterrano.




La Badia accoglie il visitatore che, dopo aver superato un arco aperto nelle mura di fortificazione, si trova ad ammirare la suggestiva facciata dove hanno pieno risalto e presenza lesene con archetti pensili che si ripropongono in alto, sopra le due bifore, con i peducci e le mensole che ne sovrastano gli archetti, entrambi scolpiti.
All’interno la pianta è di tipo basilicale, con tre navate coperte a capriate e tre absidi. Le navate sono divise con archi su pilastri polilobati e colonne. Si apre al centro di una struttura fortificata che comprende il monastero, cui si accede lateralmente attraverso un ampio cortile con pozzo, dove il loggiato, a due piani, con le sue otto arcate irregolari su colonne ora in laterizio ora in pietra, ne delimita il chiostro.

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