di Alessandro Ferrini

Sulla foce dell’Ombrone, l’Umbro Flumen dei latini, esisteva un approdo già in epoca romana come attestano nel I secolo a.C. Plinio il Vecchio e Livio che lo definisce Navigiorum capax e lo stesso Rutilio Namaziano nel De reditu suo, il suo diario di bordo scritto in versi che riporta il suo viaggio per mare dalla foce del Tevere fino alla Gallia intorno al 415 d.C.
“Tangimus Umbronem; non est ignobile flumen,
quod tuto trepidas excipit ore rates:
Tam facilis pronis semper patet alveus undis,
in pontum quotiens saeva procella ruit.”
(De reditu suo vv. 337-340)
(Tocchiamo l’Ombrone; non è un fiume da poco,/perché con sicura bocca accoglie le navi in pericolo:/ sempre di facile accesso il suo letto si apre alle acque correnti,/ogni volta che una furiosa tempesta si abbatte sul mare)
All’epoca il fiume sfociava in mare poco oltre l’Aurelia, ancor prima del luogo dove poi sorse la torre, ed era navigabile per un buon tratto; presso la sua foce esisteva il cosiddetto Porto Lauretano, o Loretano. … continua a leggere Il porto di Torre Trappola a bocca d’Ombrone
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